Frasi di Paolo Rumiz
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Come mai questo Paese taglieggiato dalle camorre, desertificato dalla grande distribuzione, saccheggiato dalle banche, bastonato dalle tasse, espropriato degli spazi pubblici e delle certezze sindacali, come mai questa Italia derubata del futuro, che va in crisi per una nevicata, che si lascia togliere persino la libertà democratica delle preferenze elettorali, che vede i suoi figli sedati fin da piccoli dalle playstation e poi costretti, da grandi, a emigrare per sfamarsi, magari facendo i camerieri con una laurea in tasca, come mai un Paese simile, anziché fare la rivoluzione, diventa razzista?
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Per questo sono ancora attaccato alle carte: servono a impedire la cancellazione della memoria. Non basta un navigatore satellitare. I luoghi vanno cercati, corteggiati, raggiunti con errori o digressioni, altrimenti escono dalla memoria. Un popolo senza senso della geografia è destinato a uscire dalla storia.
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Isserò la mia bandiera sul pennone più alto se i suoi colori saranno intesi per quello che sono: il profumo buono di una terra, la difesa del suo paesaggio e dei suoi borghi, il canto della sua lingua, la battaglia garibaldina per un Paese più giusto e onesto, il senso dello Stato e della società civile, la mobilitazione delle energie migliori che abbiamo costretto a emigrare. Allora la farò sventolare, ma accanto a quella blu di un'Unione stellata, che ci ha garantito settant'anni di pace e che qualche pazzo vorrebbe smantellare. Perché l'Italia, come qualsiasi altro paese, da sola non va da nessuna parte.