Frasi di Jean-Jacques Rousseau

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Per scrivere una buona lettera d'amore, bisogna iniziare senza sapere che cosa si vuole dire e finire senza sapere che cosa si e' scritto.

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Bisogna vivere col pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.

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La pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce.

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L'uomo è nato libero, ma dovunque è in catene.

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Conosco troppo gli uomini per ignorare che spesso l'offeso perdona, ma l'offensore non perdona mai.

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Prendi la direzione opposta all'abitudine e quasi sempre farai bene.

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Non riesco a persuadermi che, per aver ragione, si debba a tutti i costi avere l'ultima parola.

8/52

Il gusto è, per così dire, il microscopio del discernimento.

9/52

La sola abitudine che si deve lasciar prendere ad un bimbo è di non prenderne nessuna.

10/52

Le consolazioni indiscrete inaspriscono i dolori.

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È soprattutto nella solitudine che si sente il vantaggio di vivere con qualcuno che sappia pensare.

12/52

Una cattiva azione non ci tormenta appena compiuta, ma a distanza di molto tempo, quando la si ricorda, perché il ricordo non si spegne.

13/52

Purché un uomo non sia pazzo, si può guarirlo da ogni follia tranne la vanità.

14/52

Il primo uomo che ha recintato un pezzo di terra dicendo: 'È mia' e che ha trovato gente tanto semplice da credergli, è stato il vero fondatore della società civile.

15/52

Il rimorso dorme in un periodo prospero, ma si risveglia nella sventura.

16/52

Odio le cattive massime più delle cattive azioni.

17/52

Noi nasciamo due volte, per così dire: nasciamo all'esistenza ed alla vita; nasciamo come esseri umani e come uomini.

18/52

Popoli liberi, ricordatevi di questa massima: si può conquistare la libertà, ma non si riconquista mai.

19/52

Una grande passione infelice è un grande mezzo di saggezza.

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Se ci fosse un popolo di dei, si governerebbe democraticamente. Un governo così perfetto non è adatto agli uomini.

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Si deve arrossire per il peccato commesso e non per la sua riparazione.

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La spada logora il fodero, si dice qualche volta. Ecco la mia storia. Le mie passioni mi hanno fatto vivere, e le mie passioni mi hanno ucciso.

23/52

La ricchezza dei poveri è rappresentata dai loro figli; quella dei ricchi dai loro genitori.

24/52

Non sono fatto come nessuno di quelli che ho incontrati; oso credere di non essere come nessuno di quanti esistono. Se non valgo di più, sono almeno diverso.

25/52

Voglio mostrare un uomo in tutta la verità della natura, e quest'uomo sarò io.

26/52

Val molto di più avere la costante attenzione degli uomini che la loro occasionale ammirazione.

27/52

Per scrivere una buona lettera d'amore bisogna iniziare senza sapere che cosa si vuole dire e finire senza sapere cosa si è scritto.

28/52

Tutti, schiavi e vittime dell'amor proprio, non vivono per vivere, ma per far credere di aver vissuto.

29/52

Nulla vi è di più dolce dell'uomo nel suo stato primitivo, quando posto dalla natura a uguale distanza dalla stupidità dei bruti e dai lumi funesti dell'uomo civile.

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Si vive tranquilli anche nelle prigioni: questo è sufficiente per renderli luoghi desiderabili?

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L'inquietudine dei desideri produce la curiosità e l'incostanza: il vuoto dei piaceri turbolenti genera la noia. Nessuno si annoia mai della sua condizione, quando non ne conosce di più piacevoli. Tra tutti gli uomini del mondo, i selvaggi sono i meno curiosi e i meno soggetti alla noia; tutto riesce loro indifferente: non è delle cose che gioiscono, bensì di se stessi; trascorrono la vita a non far nulla e non si annoiano mai.

32/52

Ogni età e condizione di vita ha una sua propria perfezione e maturità.

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Per parte mia, non so di che malattie ci guariscano i medici, ma so di certo che ce ne inoculano di assai funeste: la viltà, la pusillanimità, la credulità, il terrore della morte. Se guariscono il corpo, uccidono il coraggio.

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L'uomo allegro è spesso soltanto uno sventurato, che cerca di trarre gli altri in inganno e di stordire se stesso.

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Un uomo veramente felice non parla, non ride: la sua felicità, per così dire, se la stringe al cuore. La giocosità chiassosa, la gioia turbolenta nascondono il disgusto e la noia.

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Ricordatevi che le mura delle città si fanno con le macerie delle case di campagna.

37/52

Una natura ha bisogno di ali, un'altra di catene.

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Chiunque arrossisce è già colpevole: la vera innocenza non ha vergogna di niente.

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Se anche Sparta e Roma sono perite, quale Stato può sperare di durare in eterno?

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Rinunciare alla propria libertà significa rinunciare alla propria qualifica di uomo, ai diritti dell'umanità e anche ai propri doveri.

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Costituisce una previdenza quanto mai necessaria quella di essere consapevoli che non si può prevedere tutto.

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Non so immaginare che un libro possa essere buono, se fa diventare buoni i suoi lettori.

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È sufficiente non esser mai iniquo per essere sempre innocente?

44/52

La volontà generale dovrebbe provenire da tutti e applicarsi a tutti.

45/52

Spesso l'offeso perdona, ma l'offensore non perdona mai.

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Sono la forza e la libertà a fare gli uomini eccellenti. Debolezza e schiavitù hanno creato solo uomini malvagi.

47/52

L'arte di dar sapore ai piaceri è quella di esserne avari.

48/52

Tutti lavoriamo per arrivare al riposo: è ancora la pigrizia a renderci laboriosi.

49/52

È una previdenza necessaria capire che non si può prevedere tutto.

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Il primo che, avendo cintato un terreno, osò dire "questo mi appartiene" e trovò uomini abbastanza ingenui per credergli, quegli fu il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassini, quante miserie e orrori non avrebbe risparmiato al genere umano colui che, strappando i confini e riempiendo il fossato, avesse gridato ai suoi simili: non ascoltate quest'impostore: siete perduti, se dimenticate che i frutti appartengono a tutti e la terra a nessuno.


Biografia di Jean-Jacques Rousseau