Biografia di Poliziano

 Poliziano
Nazione: Italia    
Angelo Ambrogini nacque a Montepulciano (SI) il 14 luglio 1454 e morì a Firenze il 29 settembre 1494. Fu poeta, filologo e umanista.

Il soprannome Poliziano deriva dal nome latino della sua città natale, Mons Politianus. Considerato uno dei maggiori poeti italiani del Quattrocento e figura centrale dell'Umanesimo, si formò a Firenze dove, dopo la tragica morte del padre, giurista legato ai Medici, si trasferì ancora giovanissimo.

A Firenze Poliziano entrò nel circolo degli intellettuali raccolti attorno a Lorenzo il Magnifico, che lo sostenne per tutta la vita, permettendogli di dedicarsi esclusivamente agli studi umanistici e alla produzione letteraria, senza mai occuparsi di politica o diplomazia. Fu precettore dei figli di Lorenzo, segretario personale del Magnifico e professore presso lo Studio Fiorentino, incarichi che gli garantirono prestigio e stabilità economica.

La sua opera più celebre è senza dubbio Stanze per la giostra, un poemetto in ottave rimasto incompiuto, scritto tra il 1475 e il 1478 e dedicato a Giuliano de' Medici, fratello di Lorenzo. Quest'opera, di ispirazione platonica e mitologica, celebra la famiglia Medici trasfigurando la realtà in chiave idilliaca e mitica, con personaggi come Iulio (lo stesso Giuliano) e Simonetta Vespucci, amata da Giuliano e rappresentata come una ninfa.

L'amore, nella visione di Poliziano, è via di elevazione verso un mondo ideale, attraverso la virtù e la sapienza, come dimostra il sogno di Iulio nel secondo libro. Le Stanze si interrompono con la morte di Giuliano, assassinato durante la congiura dei Pazzi nel 1478, evento che segnò profondamente Poliziano, tanto da spingerlo a narrare quelle vicende nel Pactianae coniurationis commentarium.

Oltre alle Stanze, Poliziano si distinse per la sua produzione in latino e in greco, scrivendo odi, epigrammi, elegie e componendo la Raccolta Aragonese, un'antologia poetica inviata nel 1477 da Lorenzo de' Medici a Federico d'Aragona per sancire il primato culturale di Firenze.

Tra le sue opere più importanti si annovera anche la Fabula d'Orfeo, scritta intorno al 1480, che rielabora il mito di Orfeo come metafora della forza della poesia e della parola, un tema caro all'ambiente neoplatonico fiorentino. Le sue Rime, composte da madrigali, ballate, canzoni e sonetti, celebrano la gioia di vivere e la fugacità della bellezza, fondendo arte aristocratica e semplicità popolare.

Oltre ad essere amico e collaboratore stretto di Lorenzo il Magnifico, ebbe rapporti con i più importanti intellettuali dell'epoca, come Cristoforo Landino e Marsilio Ficino. Fu anche precettore di Giovanni de' Medici, che sarebbe poi diventato papa Leone X, sebbene la moglie di Lorenzo, Clarice Orsini, tentò di ostacolare questa nomina. Dopo la morte di Lorenzo, Poliziano cercò invano una nuova sistemazione a Roma e morì a Firenze nel 1494, lasciando un'eredità fondamentale per la cultura umanistica e rinascimentale italiana.


Frasi di Poliziano

Abbiamo un totale di 4 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.

Udite, selve, mie dolci parole,
poi che la ninfa mia udir non vôle.


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