Biografia di Michelangelo
Nazione: Italia
Michelangelo Buonarroti nacque a Caprese (AR) il 6 marzo 1475 e morì a Roma il 18 febbraio 1564. Fu scultore, pittore, poeta e architetto.
Conosciuto dovunque nel mondo per il David, la Pietà, la cupola di San Pietro e la Cappella Sistina, le sue opere diedero vita ad una corrente artistica detta "manierismo".
Nel 1487 fu portato dal padre dal Ghirlandaio, la cui bottega stava lavorando alla cappella Tornabuoni in Santa Maria Novella, per imparare il mestiere. Michelangelo non terminò il trienno di apprendistato, e iniziò a frequentare il Giardino di San Marco, una specie di accademia sostenuta da Lorenzo il Magnifico che poco dopo lo ospitò direttamente nella propria residenza di famiglia, dove Michelangelo potè frequentare artisti come Poliziano e filosofi come Pico della Mirandola. A questo periodo risale la sua opera "Madonna della Scala".
Problemi di carattere politico in Firenze lo portarono a spostarsi a Bologna, ma poi rientrò, mantenendo i contatti con un cugino di Lorenzo il magnifico, già committente di Botticelli.
Michelangelo giunse infine a Roma grazie ad una truffa. Lui aveva scolpito un Cupido, ma qualcuno lo fece sparire, lo sotterrò per farlo "invecchiare" e poi spacciare come opera antica da rivendere. Lo comprò un cardinale, nipote del papa Sisto IV, ma la voce della truffa si sparse e giunse fino alle orecchie del cardinale. Quando egli ebbe conferma dell'inganno volle comunque conoscere l'artefice della scultura e lo volle con sè a Roma sul finire del 1400. Qui Michelangelo scolpì il Bacco e, poco dopo, la Pietà, per la quale andò personalmente a Carrare a scegliere il blocco di marmo. A ventidue anni, Michelangelo si consacra come uno dei più grandi scultori della storia.
Due o tre anni dopo rientrò a Firenze e grazie alla fama acquisita a Roma, si vide commissionare una statua dall'Opera del Duomo di Firenze. Purtroppo il blocco di marmo era già stato semi-lavorato da altri due artisti, ma Michelangelo ne trasse il suo famoso David. Per decidere dove posizionare la scultura, fu creata un'apposita commissione che annoverava, tra i suoi componenti, il Ghirlandaio, Botticelli e Leonardo da Vinci. Pare che tra quast'ultimo e Michelangelo non corresse buon sangue, infatti Leonardo votò per posizionare la statua in un angolo un po' defilato. Ciononostante, i due artisti si influenzarono reciprocamente, tanto che Leonardo copiò il David in un disegno e Michelangelo si recò a vedere il disegno di Leonardo di Sant'Anna con la Vergine esposto alla Santissima Annunziata.
Nel 1505 tornò di nuovo a Roma presso il papa Giulio II, già committente di Bramante e poi anche di Raffaello, che gli commissionò una sepoltura monumentale per sè. Probabilmente fu proprio Bramante a far cambiare idea al papa mentre Michelangelo era a Carrara a scegliere personalmente i blocchi di marmo. Michelangelo scappò da Roma e si dedicò ad altre opere. Il papa lo volle però di nuovo a Roma per affidargli un altro incarico. Sulle prime rifiutò, ma gli venne fatto presente che nessuno voleva rischiare una guerra per i suoi capricci. Così ripartì per Roma dove gli venne affidato l'incarico di ridipingere la Cappella Sistina che si era crepata a causa dell'assestamento. Ancora una volta Bramante mise in dubbio la capacità di Michelangelo, ma nel 1512 il lavoro fu terminato.
Svariati anni dopo, ancora a Roma, venne nominato da papa Paolo III pittore, scultore e architetto del Palazzo Vaticano. Gli venne confermato l'incarico del 'Giudizio universale' sulla parete di fondo della Cappella Sistina. Eseguì innumerevoli altri lavori, tra i quali il completamento del monumento funebre per Giulio II. Morì a Roma, ottantanovenne e anche dopo la morte fece parlare di sè quando il nipote volle portare la salma a Firenze ma le autorità romane si rifiutarono, preferendo riservargli un posto nella basilica di San Pietro. Allora il nipote trafugò la salma durante la notte e scappò alla volta di Firenze. Qui ebbe ben due esequie, al termine delle quali fu tumulato nella basilica di Santa Croce in un sepolcro monumentale disegnato da Vasari.
Conosciuto dovunque nel mondo per il David, la Pietà, la cupola di San Pietro e la Cappella Sistina, le sue opere diedero vita ad una corrente artistica detta "manierismo".
Nel 1487 fu portato dal padre dal Ghirlandaio, la cui bottega stava lavorando alla cappella Tornabuoni in Santa Maria Novella, per imparare il mestiere. Michelangelo non terminò il trienno di apprendistato, e iniziò a frequentare il Giardino di San Marco, una specie di accademia sostenuta da Lorenzo il Magnifico che poco dopo lo ospitò direttamente nella propria residenza di famiglia, dove Michelangelo potè frequentare artisti come Poliziano e filosofi come Pico della Mirandola. A questo periodo risale la sua opera "Madonna della Scala".
Problemi di carattere politico in Firenze lo portarono a spostarsi a Bologna, ma poi rientrò, mantenendo i contatti con un cugino di Lorenzo il magnifico, già committente di Botticelli.
Michelangelo giunse infine a Roma grazie ad una truffa. Lui aveva scolpito un Cupido, ma qualcuno lo fece sparire, lo sotterrò per farlo "invecchiare" e poi spacciare come opera antica da rivendere. Lo comprò un cardinale, nipote del papa Sisto IV, ma la voce della truffa si sparse e giunse fino alle orecchie del cardinale. Quando egli ebbe conferma dell'inganno volle comunque conoscere l'artefice della scultura e lo volle con sè a Roma sul finire del 1400. Qui Michelangelo scolpì il Bacco e, poco dopo, la Pietà, per la quale andò personalmente a Carrare a scegliere il blocco di marmo. A ventidue anni, Michelangelo si consacra come uno dei più grandi scultori della storia.
Due o tre anni dopo rientrò a Firenze e grazie alla fama acquisita a Roma, si vide commissionare una statua dall'Opera del Duomo di Firenze. Purtroppo il blocco di marmo era già stato semi-lavorato da altri due artisti, ma Michelangelo ne trasse il suo famoso David. Per decidere dove posizionare la scultura, fu creata un'apposita commissione che annoverava, tra i suoi componenti, il Ghirlandaio, Botticelli e Leonardo da Vinci. Pare che tra quast'ultimo e Michelangelo non corresse buon sangue, infatti Leonardo votò per posizionare la statua in un angolo un po' defilato. Ciononostante, i due artisti si influenzarono reciprocamente, tanto che Leonardo copiò il David in un disegno e Michelangelo si recò a vedere il disegno di Leonardo di Sant'Anna con la Vergine esposto alla Santissima Annunziata.
Nel 1505 tornò di nuovo a Roma presso il papa Giulio II, già committente di Bramante e poi anche di Raffaello, che gli commissionò una sepoltura monumentale per sè. Probabilmente fu proprio Bramante a far cambiare idea al papa mentre Michelangelo era a Carrara a scegliere personalmente i blocchi di marmo. Michelangelo scappò da Roma e si dedicò ad altre opere. Il papa lo volle però di nuovo a Roma per affidargli un altro incarico. Sulle prime rifiutò, ma gli venne fatto presente che nessuno voleva rischiare una guerra per i suoi capricci. Così ripartì per Roma dove gli venne affidato l'incarico di ridipingere la Cappella Sistina che si era crepata a causa dell'assestamento. Ancora una volta Bramante mise in dubbio la capacità di Michelangelo, ma nel 1512 il lavoro fu terminato.
Svariati anni dopo, ancora a Roma, venne nominato da papa Paolo III pittore, scultore e architetto del Palazzo Vaticano. Gli venne confermato l'incarico del 'Giudizio universale' sulla parete di fondo della Cappella Sistina. Eseguì innumerevoli altri lavori, tra i quali il completamento del monumento funebre per Giulio II. Morì a Roma, ottantanovenne e anche dopo la morte fece parlare di sè quando il nipote volle portare la salma a Firenze ma le autorità romane si rifiutarono, preferendo riservargli un posto nella basilica di San Pietro. Allora il nipote trafugò la salma durante la notte e scappò alla volta di Firenze. Qui ebbe ben due esequie, al termine delle quali fu tumulato nella basilica di Santa Croce in un sepolcro monumentale disegnato da Vasari.
Frasi di Michelangelo
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Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Tutta la matematica del mondo non potrà mai supplire la mancanza di genio.
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