Biografia di Lewis Mumford

Nazione: Stati Uniti d'America
Lewis Mumford nacque a Flushing, NY il 19 ottobre 1895 e morì ad Amenia, NY il 26 gennaio 1990. Fu urbanista, storico, sociologo e filosofo della tecnologia.
La sua formazione fu principalmente autodidatta: frequentò il City College di New York e la New School for Social Research, senza però conseguire una laurea a causa di una malattia. Durante la Prima guerra mondiale servì nella Marina come elettricista radio e, al termine del conflitto, iniziò la sua carriera come critico e scrittore, collaborando con importanti riviste come The dial e The New Yorker, per cui fu critico architettonico e commentatore di temi urbani per oltre trent'anni.
Mumford fu fortemente influenzato dal pensiero di Patrick Geddes, urbanista e biologo scozzese, il cui lavoro sulle città e l'evoluzione urbana rappresentò una pietra miliare per Mumford stesso. Questo legame fu così importante che Mumford chiamò il suo primogenito Geddes, morto poi in guerra.
Ebbe anche altri influenti contatti culturali e personali con figure come Frank Lloyd Wright, Clarence Stein, Frederic Osborn, Edmund N. Bacon e Vannevar Bush. Fu inoltre culturalmente legato a pensatori come Ebenezer Howard, Henry Wright e altri urbanisti britannici, e influenzò a sua volta intellettuali come Erich Fromm e Colin Ward.
La sua produzione letteraria e critica è vasta e copre diversi ambiti, dalla storia dell'architettura americana alla filosofia della tecnologia e all'urbanistica. Tra le sue opere più significative si ricordano The story of Utopias (1922), in cui esplora le diverse visioni utopiche che hanno influenzato la pianificazione urbana moderna, Sticks and stones (1924), una storia dell'architettura americana, e The Brown decades (1931), dove analizza le radici della cultura artistica americana collegandola alla Scuola di Chicago e a Frank Lloyd Wright.
La sua serie "Renewal of Life" comprende opere fondamentali come Technics and civilization (1934), The culture of cities (1938), The condition of man (1944) e The conduct of life (1951), in cui critica la società tecnologica moderna e propone una visione umanistica della civiltà.
Il suo capolavoro è probabilmente The city in history (1961), un'ampia analisi storica del ruolo della città nella civiltà umana, che gli valse il National Book Award. Mumford fu anche un attivo sostenitore di un urbanismo che rispettasse l'ambiente e la qualità della vita umana, opponendosi a grandi opere pubbliche che considerava distruttive, come i progetti di rinnovamento urbano di Robert Moses a New York.
Fu un convinto pacifista e critico della guerra, specialmente dopo la perdita del figlio nella seconda Guerra Mondiale, e si oppose all'uso della bomba atomica e alla guerra del Vietnam. Nel 1964 ricevette la Medaglia Presidenziale della Libertà dal presidente Lyndon B. Johnson e nel 1967 una laurea honoris causa in architettura dall'Università di Roma "La Sapienza".
Capace di coniugare una profonda erudizione storica con un impegno sociale e politico, influenzando non solo la teoria della città e dell'architettura, ma anche la critica culturale e la filosofia della tecnologia, Mumford rappresenta una figura centrale del pensiero urbanistico e culturale del XX secolo.
La sua formazione fu principalmente autodidatta: frequentò il City College di New York e la New School for Social Research, senza però conseguire una laurea a causa di una malattia. Durante la Prima guerra mondiale servì nella Marina come elettricista radio e, al termine del conflitto, iniziò la sua carriera come critico e scrittore, collaborando con importanti riviste come The dial e The New Yorker, per cui fu critico architettonico e commentatore di temi urbani per oltre trent'anni.
Mumford fu fortemente influenzato dal pensiero di Patrick Geddes, urbanista e biologo scozzese, il cui lavoro sulle città e l'evoluzione urbana rappresentò una pietra miliare per Mumford stesso. Questo legame fu così importante che Mumford chiamò il suo primogenito Geddes, morto poi in guerra.
Ebbe anche altri influenti contatti culturali e personali con figure come Frank Lloyd Wright, Clarence Stein, Frederic Osborn, Edmund N. Bacon e Vannevar Bush. Fu inoltre culturalmente legato a pensatori come Ebenezer Howard, Henry Wright e altri urbanisti britannici, e influenzò a sua volta intellettuali come Erich Fromm e Colin Ward.
La sua produzione letteraria e critica è vasta e copre diversi ambiti, dalla storia dell'architettura americana alla filosofia della tecnologia e all'urbanistica. Tra le sue opere più significative si ricordano The story of Utopias (1922), in cui esplora le diverse visioni utopiche che hanno influenzato la pianificazione urbana moderna, Sticks and stones (1924), una storia dell'architettura americana, e The Brown decades (1931), dove analizza le radici della cultura artistica americana collegandola alla Scuola di Chicago e a Frank Lloyd Wright.
La sua serie "Renewal of Life" comprende opere fondamentali come Technics and civilization (1934), The culture of cities (1938), The condition of man (1944) e The conduct of life (1951), in cui critica la società tecnologica moderna e propone una visione umanistica della civiltà.
Il suo capolavoro è probabilmente The city in history (1961), un'ampia analisi storica del ruolo della città nella civiltà umana, che gli valse il National Book Award. Mumford fu anche un attivo sostenitore di un urbanismo che rispettasse l'ambiente e la qualità della vita umana, opponendosi a grandi opere pubbliche che considerava distruttive, come i progetti di rinnovamento urbano di Robert Moses a New York.
Fu un convinto pacifista e critico della guerra, specialmente dopo la perdita del figlio nella seconda Guerra Mondiale, e si oppose all'uso della bomba atomica e alla guerra del Vietnam. Nel 1964 ricevette la Medaglia Presidenziale della Libertà dal presidente Lyndon B. Johnson e nel 1967 una laurea honoris causa in architettura dall'Università di Roma "La Sapienza".
Capace di coniugare una profonda erudizione storica con un impegno sociale e politico, influenzando non solo la teoria della città e dell'architettura, ma anche la critica culturale e la filosofia della tecnologia, Mumford rappresenta una figura centrale del pensiero urbanistico e culturale del XX secolo.
Frasi di Lewis Mumford
Abbiamo un totale di 6 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Adding highway lanes to deal with traffic congestion is like loosening your belt to cure obesity.
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