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È del poeta il fin la meraviglia
Chi non sa far stupir, vada a la striglia.
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La vera regola, cor mio bello, è saper rompere le regole a tempo e luogo, accomodandosi al costume corrente ed al gusto del secolo.
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Città senza signor, senza governo,
cade qual mole suol senza sostegno.
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Io pretendo di saper le regole più che non sanno tutti i pedanti insieme, ma la vera regola, cor mio bello, è saper rompere le regole a tempo e luogo.
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Fuggo i paterni tetti e i patrii lidi,
ma con tremante pié, mi lascio a tergo
passo, e con questi, che di pianto aspergo,
per voi rimiro amati colli, e fidi.
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Il buon è sempre poco per destino,
sempre nel poco gran valor si serra.
E quel in sé maggior virtù consepe,
un stronzo di somaro o un gran di pepe?
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Rosa, riso d'amor, del ciel fattura,
rosa, del sangue mio fatta vermiglia,
pregio del mondo e fregio di natura,
della Terra e del Sol vergine figlia,
d'ogni ninfa e pastor delizia e cura,
onor de l'odorifera famiglia;
tu tien d'ogni beltà le palme prime,
sopra il volgo de' fior donna sublime.
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O del Silenzio figlio e de la Notte,
padre di vaghe imaginate forme,
Sonno gentil, per le cui tacit'orme
son l'anime al ciel d'Amore spesso condotte.