Frasi di Eugenio Montale



1/14

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.

2/14

Io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo.

3/14

La più vera ragione è di chi tace.

4/14

Milano è un enorme conglomerato di eremiti.

5/14

Il rapporto tra l'alfabetismo e l'analfabetismo è costante, ma al giorno d'oggi gli analfabeti sanno leggere.

6/14

L'arte largisce le sue consolazioni soprattutto agli artisti falliti.

7/14

L'uomo d'oggi guarda, ma non contempla, vede ma non pensa.

8/14

Piove
non sulla favola bella
di lontane stagioni,
ma sulla cartella esattoriale,
piove sugli ossi di seppia
e sulla greppia nazionale.

9/14

Con orrore
la poesia rifiuta
le glosse degli scoliasti.
Ma non è certo che la troppo muta
basti a se stessa
o al trovarobe che in lei è inciampato
senza sapere di esserne
l'autore.

10/14

Ricomincerà? Nulla ricomincia.

11/14

Memoria
non è peccato fin che giova. Dopo
è letargo di talpe, abiezione
che funghisce su sé...

12/14

Le rime sono più noiose delle
dame di San Vincenzo: battono alla porta
e insistono. Respingerle è impossibile.

13/14

Il piacere di vivere nasce dalla ripetizione di certi gesti e di certe abitudini, dal fatto di potersi dire: "rifarò quello che ho fatto e sarà press'a poco lo stesso, ma non proprio esattamente lo stesso." Nasce dal diverso nell'identico.

14/14

Essere sempre tra i primi a sapere, ecco ciò che conta, anche se il perché della rappresentazione ci sfugge.




Biografia di Eugenio Montale