1/16
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
2/16
Io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo.
3/16
La più vera ragione è di chi tace.
4/16
Milano è un enorme conglomerato di eremiti.
5/16
Il rapporto tra l'alfabetismo e l'analfabetismo è costante, ma al giorno d'oggi gli analfabeti sanno leggere.
6/16
L'arte largisce le sue consolazioni soprattutto agli artisti falliti.
7/16
L'uomo d'oggi guarda, ma non contempla, vede ma non pensa.
8/16
Piove
non sulla favola bella
di lontane stagioni,
ma sulla cartella esattoriale,
piove sugli ossi di seppia
e sulla greppia nazionale.
9/16
Con orrore
la poesia rifiuta
le glosse degli scoliasti.
Ma non è certo che la troppo muta
basti a se stessa
o al trovarobe che in lei è inciampato
senza sapere di esserne
l'autore.
10/16
Ricomincerà? Nulla ricomincia.
11/16
Memoria
non è peccato fin che giova. Dopo
è letargo di talpe, abiezione
che funghisce su sé...
12/16
Le rime sono più noiose delle
dame di San Vincenzo: battono alla porta
e insistono. Respingerle è impossibile.
13/16
Il piacere di vivere nasce dalla ripetizione di certi gesti e di certe abitudini, dal fatto di potersi dire: "rifarò quello che ho fatto e sarà press'a poco lo stesso, ma non proprio esattamente lo stesso." Nasce dal diverso nell'identico.
14/16
Essere sempre tra i primi a sapere, ecco ciò che conta, anche se il perché della rappresentazione ci sfugge.
15/16
Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
16/16
La storia
non si fa strada, si ostina,
detesta il poco a poco, non procede
né recede, si sposta di binario
e la sua direzione
non è nell'orario.
La storia non è magistra
di niente che ci riguardi.
Accorgersene non serve
a farla più vera e più giusta.