Frasi di Carla Lonzi

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L'uguaglianza tra i sessi è la veste in cui si maschera oggi l'inferiorità della donna.

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La donna non è in rapporto dialettico col mondo maschile. Le esigenze che essa viene chiarendo non implicano un'antitesi, ma un muoversi su un altro piano.

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Nessun essere umano e nessun gruppo deve definirsi o essere definito sulla base di un altro essere umano e di un altro gruppo.

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Sul piano della gestione del potere non occorrono delle capacità, ma una particolare forma di alienazione molto efficace.

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Identifichiamo nel lavoro domestico non retribuito la prestazione che permette al capitalismo, privato e di stato, di sussistere.

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Non salterà il mondo se l'uomo non avrà più l'equilibrio psicologico basato sulla nostra sottomissione.

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Così sono arrivata al femminismo che è stata la mia festa.
Qualcuno doveva ben cominciare... l'ho fatto io.

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La donna non va definita in rapporto all'uomo. Su questa coscienza si fondano tanto la nostra lotta quanto la nostra liberta'.

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Le donne son persuase fin dall'infanzia a non prendere decisioni e a dipendere da persona "capace" e "responsabile": il padre, il marito, il fratello...

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In una liberta' che si sente di affrontare, la donna libera anche il figlio e il figlio e' l'umanita'.

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Della grande umiliazione che il mondo patriarcale ci ha imposto noi consideriamo responsabili i sistematici del pensiero: essi hanno mantenuto il principio della donna come essere aggiuntivo per la riproduzione dell'umanita', legame con la divinita' o soglia del mondo animale; sfera privata e "pietas". Hanno giustificato nella metafisica cio' che era ingiusto e atroce nella vita della donna.

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Per uguaglianza della donna si intende il suo diritto a partecipare alla gestione del potere nella società mediante il riconoscimento che essa possiede capacità uguali a quelle dell'uomo.

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La forza dell'uomo e' nel suo identificarsi con la cultura, la nostra nel rifiutarla.

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Identificare la donna all'uomo significa annullare l'ultima via di liberazione.

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La negazione della liberta' d'aborto rientra nel veto globale che viene fatto all'autonomia della donna.

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Riconosciamo il carattere mistificatorio di tutte le ideologie perche' attraverso le forme ragionate di potere (teologico, morale, filosofico, politico) hanno costretto l'umanita' a una condizione inautentica, oppressa e consenziente.

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La dialettica servo-padrone e' una regolazione di conti tra collettivi di uomini: essa non prevede la liberazione della donna, il grande oppresso della civilta' patriarcale.

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L'uomo non e' il modello a cui adeguare il processo di scoperta di se' da parte della donna.

19/64

La trasmissione della vita, il rispetto della vita, il senso della vita sono esperienza intensa della donna e valori che lei rivendica.

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Detestiamo i meccanismi della competitivita' e il ricatto che viene esercitato nel mondo dalla egemonia dell'efficienza. Noi vogliamo mettere la nostra capacita' lavorativa a disposizione di una societa' che ne sia immunizzata.

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Abbiamo guardato per 4.000 anni: adesso abbiamo visto!

22/64

La civilta' ci ha definite inferiori, la chiesa ci ha chiamate sesso, la psicanalisi ci ha tradite, il marxismo ci ha vendute alla rivoluzione ipotetica.

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La lotta di classe, come teoria di classe sviluppata dalla dialettica servo-padrone, ugualmente esclude la donna. Noi rimettiamo in discussione il socialismo e la dittatura del proletariato.

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Non riconoscendosi nella cultura maschile, la donna le toglie l'illusione dell'universalita'.

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L'immagine femminile con cui l'uomo ha interpretato la donna e' stata una sua invenzione.

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Il primo elemento di rancore della donna verso la societa' sta nell'essere costretta ad affrontare la maternita' come un aut-aut.

27/64

Non vogliamo d'ora in poi tra noi e il mondo nessuno schermo.

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Sono un diritto dei bambini e degli adolescenti la curiosita' e i giochi sessuali.

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Nulla o male e' stato tramandato dalla presenza della donna: sta a noi riscoprirla per sapere la verita'.

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Dopo questo atto di coscienza l'uomo sara' distinto dalla donna e dovra' ascoltare da lei tutto quello che la concerne.

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Finora il mito della complementarieta' e' stato usato dall'uomo per giustificare il proprio potere.

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Denunciamo lo snaturamento di una maternita' pagata al prezzo dell'esclusione.

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Il femminismo e' stato il primo momento politico di critica storica alla famiglia e alla societa'.

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Chi ha il potere afferma: "Fa parte dell'erotismo amare un essere inferiore". Mantenere lo "status quo" e' dunque un suo atto d'amore.

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La donna ha avuto l'esperienza di vedere ogni giorno distrutto quello che faceva.

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Chiediamo referenze di millenni di pensiero filosofico che ha teorizzato l'inferiorita' della donna.

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Noi cerchiamo l'autenticita' del gesto di rivolta e non la sacrificheremo ne' all'organizzazione ne' al proselitismo.

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Nel matrimonio la donna, privata dal suo nome, perde la sua identita' significando il passaggio di proprieta' che e' avvenuto tra il padre di lei e il marito.

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La donna e' stufa di allevare un figlio che le diventera' un cattivo amante.

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Permetteremo quello che di continuo si ripete al termine di ogni rivoluzione popolare quando la donna, che ha combattuto insieme con gli altri, si trova messa da parte con tutti i suoi problemi?

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Riesaminiamo gli apporti creativi della donna alla comunita' e sfatiamo il mito della sua laboriosita' sussidiaria.

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Alle nostre spalle sta l'apoteosi della millenaria supremazia maschile. Le religioni istituzionalizzate ne sono state il piu' fermo piedistallo. E il concetto di "genio" ne ha costituito l'irraggiungibile gradino.

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Consideriamo incompleta una storia che si e' costituita sulle tracce non deperibili.

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L'uomo ha sempre parlato a nome del genere umano, ma meta' della popolazione terrestre lo accusa ora di aver sublimato una mutilazione.

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Liberarsi per la donna non vuol dire accettare la stessa vita dell'uomo perche' e' invivibile, ma esprimere il suo senso dell'esistenza.

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Chi genera non ha la facoltà di attribuire ai figli il proprio nome: il diritto della donna è stato ambito da altri di cui è diventato il privilegio.

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Non vogliamo pensare alla maternita' tutta la vita e continuare ad essere inconsci strumenti del potere patriarcale.

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Unifichiamo le situazioni e gli episodi dell'esperienza storica femminista: in essa la donna si e' manifestata interrompendo per la prima volta il monologo della civilta' patriarcale.

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Dare alto valore ai momenti "improduttivi" e' un'estensione di vita proposta dalla donna.

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Accogliamo la libera sessualita' in tutte le sue forme, perche' abbiamo smesso di considerare la frigidita' un'alternativa onorevole.


Biografia di Carla Lonzi