Biografia di Jean-Auguste-Dominique Ingres
Nazione: Francia
Jean-Auguste-Dominique Ingres nacque a Montauban, Francia il 29 agosto 1780 e morì a Parigi il 14 gennaio 1867. Fu un pittore.
Nacque in una cittadina francese ai piedi dei Pirenei, in una famiglia modesta ma culturalmente vivace, dove il padre, Jean-Marie-Joseph, fu un pittore e scultore minore che insegnò al giovane Ingres i rudimenti del disegno e gli trasmise la passione per l'arte.
Fin da ragazzino mostrò un talento precoce e una forte vocazione artistica che lo portarono a iscriversi all'Accademia di Tolosa nel 1791. Nel 1797 si trasferì a Parigi per perfezionarsi nella bottega di Jacques-Louis David, principale esponente del Neoclassicismo; lì maturò uno stile raffinato, preciso e rigoroso, fortemente ispirato agli antichi maestri italiani, soprattutto Raffaello.
Nel 1801 vinse il prestigioso Prix de Rome con il dipinto Gli ambasciatori di Agamennone nella tenda di Achille e trascorse quasi un decennio nella villa medicea di Roma, dove studiò dal vivo opere dei grandi maestri del Rinascimento. Tornato in Francia, poté consolidare la sua carriera con opere importanti come La grande odalisca (1814), che mostrava una sintesi tra classicismo e sensibilità romantica, e ritratti di alta società.
Nel 1824, dopo il successo di alcune esposizioni al Salon di Parigi, gli fu conferita la Legion d'Onore dal re Carlo X e nel 1834 divenne direttore dell'Accademia di Francia a Roma, incarico che mantenne fino al 1841, favorendo la formazione di numerosi giovani artisti.
Durante la sua vita ebbe rapporti con numerosi personaggi influenti nel mondo artistico e politico, tra cui Napoleone Bonaparte, che commissionò suoi ritratti, e Luigi Filippo, oltre a influenzare pittori come Eugène Delacroix, Edgar Degas e Paul Cézanne. Tra le sue opere di rilievo si ricordano Il ritratto di Madame Rivière (1805), La bacchante (1839), la Morte di Leonardo da Vinci e i grandi affreschi per la sala del trono del Palazzo del Quirinale a Roma.
Noto per la sua maestria tecnica e la purezza delle forme, è oggi considerato come uno dei massimi rappresentanti del Neoclassicismo.
Nacque in una cittadina francese ai piedi dei Pirenei, in una famiglia modesta ma culturalmente vivace, dove il padre, Jean-Marie-Joseph, fu un pittore e scultore minore che insegnò al giovane Ingres i rudimenti del disegno e gli trasmise la passione per l'arte.
Fin da ragazzino mostrò un talento precoce e una forte vocazione artistica che lo portarono a iscriversi all'Accademia di Tolosa nel 1791. Nel 1797 si trasferì a Parigi per perfezionarsi nella bottega di Jacques-Louis David, principale esponente del Neoclassicismo; lì maturò uno stile raffinato, preciso e rigoroso, fortemente ispirato agli antichi maestri italiani, soprattutto Raffaello.
Nel 1801 vinse il prestigioso Prix de Rome con il dipinto Gli ambasciatori di Agamennone nella tenda di Achille e trascorse quasi un decennio nella villa medicea di Roma, dove studiò dal vivo opere dei grandi maestri del Rinascimento. Tornato in Francia, poté consolidare la sua carriera con opere importanti come La grande odalisca (1814), che mostrava una sintesi tra classicismo e sensibilità romantica, e ritratti di alta società.
Nel 1824, dopo il successo di alcune esposizioni al Salon di Parigi, gli fu conferita la Legion d'Onore dal re Carlo X e nel 1834 divenne direttore dell'Accademia di Francia a Roma, incarico che mantenne fino al 1841, favorendo la formazione di numerosi giovani artisti.
Durante la sua vita ebbe rapporti con numerosi personaggi influenti nel mondo artistico e politico, tra cui Napoleone Bonaparte, che commissionò suoi ritratti, e Luigi Filippo, oltre a influenzare pittori come Eugène Delacroix, Edgar Degas e Paul Cézanne. Tra le sue opere di rilievo si ricordano Il ritratto di Madame Rivière (1805), La bacchante (1839), la Morte di Leonardo da Vinci e i grandi affreschi per la sala del trono del Palazzo del Quirinale a Roma.
Noto per la sua maestria tecnica e la purezza delle forme, è oggi considerato come uno dei massimi rappresentanti del Neoclassicismo.
Frasi di Jean-Auguste-Dominique Ingres
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La lode tiepida di una cosa bella è un'offesa.
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