Biografia di Giovanni Giudici

Giovanni Giudici
Nazione: Italia    
Giovanni Giudici nacque a Portovenere (SP) il 26 giugno 1924 e morì a La Spezia il 24 maggio 2011. Fu poeta e giornalista.

Cresciuto in un contesto familiare che subì la perdita della madre quando lui aveva solo tre anni, Giudici visse con il nonno e successivamente si trasferì a Roma, dove completò gli studi. Si laureò in Lettere nel 1945 e iniziò a lavorare come giornalista, collaborando con importanti testate come L'Unità, Il Corriere della Sera e L'Espresso.

La sua carriera poetica decollò con la pubblicazione della prima raccolta di versi, Fiorì d'improvviso, nel 1953. Tuttavia, fu con La vita in versi (1965) che Giudici si impose definitivamente all'attenzione del pubblico e della critica. Questa opera rifletteva il disagio dell'intellettuale di fronte ai cambiamenti sociali e culturali del neocapitalismo italiano, in particolare nella Milano del boom economico. Negli anni successivi, pubblicò altre opere significative come Autobiologia (1969), che vinse il Premio Viareggio, e O Beatrice (1972).

Giudici si distinse per la sua capacità di affrontare temi complessi attraverso una scrittura che oscillava tra il comico e il tragico. La sua poesia esplorava l'amore, la riflessione sul linguaggio e l'impegno civile, rendendo la sua opera una testimonianza viva delle tensioni sociali del suo tempo.

Nel corso della sua vita, intrattenne legami con diversi intellettuali e artisti dell'epoca. La sua amicizia con Vittorio Sereni fu particolarmente significativa; Sereni lo incoraggiò nella sua carriera poetica e contribuì a formare il suo approccio alla scrittura. Inoltre, Giudici si mantenne distante dai movimenti letterari più radicali del tempo, come Gruppo '63 e Officina, preferendo seguire un percorso personale che rifletteva le sue esperienze di vita.

Nel 1956, Giudici iniziò a lavorare per la Olivetti come bibliotecario e direttore delle riviste legate al movimento Comunità, un gruppo politico all'interno dell'azienda. Questa esperienza lo portò a trasferirsi a Milano, dove rimase fino al 1979. Durante questo periodo continuò a scrivere e pubblicare poesie, ma anche saggi critici sulla letteratura contemporanea.

Negli anni '80 e '90, Giudici continuò a scrivere opere come Il male dei creditori (1977) e Il ristorante dei morti (1981), consolidando la sua reputazione come uno dei maggiori poeti italiani del Novecento. Fu anche attivo in politica; dal 1990 al 1992 fu consigliere comunale a La Spezia come indipendente del Partito Comunista Italiano.

Per anni intrattenne una corrispondenza epistolare con Camillo Sbarbaro: nel 2021 è uscito un libro intitolato Camillo Sbarbaro, Lettere a Giovanni Giudici (1955-1962) a cura di Francesca Colombi.
Morì all'ospedale di all'età di 86 anni.


Frasi di Giovanni Giudici

Abbiamo un totale di 6 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.

C'è più onore in tradire che in esser fedeli a metà.


Leggi le frasi di Giovanni Giudici