Biografia di Antonio Gramsci
Nazione: Italia
Antonio Sebastiano Francesco Gramsci nacque il 22 gennaio 1891 ad Ales e morì il 27 aprile 1937 a Roma. Fu un politico, filosofo, politologo, giornalista, linguista e critico letterario italiano.
Nel 1911 iniziò una brillante carriera scolastica all'Università di Torino, dove entrò in contatto con la Federazione giovanile socialista e aderì al Partito socialista (1914). Durante la prima guerra mondiale studiò il pensiero marxista e divenne un importante teorico. Formò un gruppo di sinistra all'interno del Partito Socialista e fondò il quotidiano L'Ordine Nuovo (maggio 1919); incoraggiò lo sviluppo dei consigli di fabbrica (organi democratici eletti direttamente dai lavoratori dell'industria), che minavano il controllo dei sindacati. I consigli parteciparono a uno sciopero generale a Torino (1920), in cui ebbe un ruolo fondamentale.
Guidò uno sciopero di sinistra al congresso socialista di Livorno (nel gennaio 1921) per fondare il Partito Comunista Italiano e poi trascorse due anni in Unione Sovietica. Tornato in Italia, divenne capo del suo partito nell'aprile del 1924 e fu eletto alla Camera dei deputati del paese. Dopo che il suo partito fu messo fuori legge dai fascisti di Benito Mussolini, fu arrestato e imprigionato (1926). Al suo processo il procuratore fascista sostenne: "Dobbiamo impedire al suo cervello di funzionare per 20 anni". In carcere, nonostante la rigorosa censura, svolse uno straordinario e ampio studio storico e teorico della società italiana e delle possibili strategie di cambiamento.
Estratti degli scritti carcerari di Gramsci furono pubblicati per la prima volta a metà del Novecento; i Quaderni del carcere completi apparvero nel 1975. Molte delle sue proposte divennero una parte fondamentale del pensiero marxista occidentale e influenzarono le strategie dei partiti comunisti del secondo dopoguerra in Occidente. Particolarmente importanti furono le sue riflessioni sul concetto culturale e politico di egemonia (in particolare nell'Italia meridionale), sullo stesso Partito Comunista Italiano e sulla Chiesa Cattolica Romana. Anche le lettere che scrisse dalla prigione furono pubblicate postume come Lettere dal carcere (1947).
Afflitto da cattive condizioni di salute negli anni '30, morì non molto tempo dopo essere stato rilasciato dal carcere per cure mediche.
Nel 1911 iniziò una brillante carriera scolastica all'Università di Torino, dove entrò in contatto con la Federazione giovanile socialista e aderì al Partito socialista (1914). Durante la prima guerra mondiale studiò il pensiero marxista e divenne un importante teorico. Formò un gruppo di sinistra all'interno del Partito Socialista e fondò il quotidiano L'Ordine Nuovo (maggio 1919); incoraggiò lo sviluppo dei consigli di fabbrica (organi democratici eletti direttamente dai lavoratori dell'industria), che minavano il controllo dei sindacati. I consigli parteciparono a uno sciopero generale a Torino (1920), in cui ebbe un ruolo fondamentale.
Guidò uno sciopero di sinistra al congresso socialista di Livorno (nel gennaio 1921) per fondare il Partito Comunista Italiano e poi trascorse due anni in Unione Sovietica. Tornato in Italia, divenne capo del suo partito nell'aprile del 1924 e fu eletto alla Camera dei deputati del paese. Dopo che il suo partito fu messo fuori legge dai fascisti di Benito Mussolini, fu arrestato e imprigionato (1926). Al suo processo il procuratore fascista sostenne: "Dobbiamo impedire al suo cervello di funzionare per 20 anni". In carcere, nonostante la rigorosa censura, svolse uno straordinario e ampio studio storico e teorico della società italiana e delle possibili strategie di cambiamento.
Estratti degli scritti carcerari di Gramsci furono pubblicati per la prima volta a metà del Novecento; i Quaderni del carcere completi apparvero nel 1975. Molte delle sue proposte divennero una parte fondamentale del pensiero marxista occidentale e influenzarono le strategie dei partiti comunisti del secondo dopoguerra in Occidente. Particolarmente importanti furono le sue riflessioni sul concetto culturale e politico di egemonia (in particolare nell'Italia meridionale), sullo stesso Partito Comunista Italiano e sulla Chiesa Cattolica Romana. Anche le lettere che scrisse dalla prigione furono pubblicate postume come Lettere dal carcere (1947).
Afflitto da cattive condizioni di salute negli anni '30, morì non molto tempo dopo essere stato rilasciato dal carcere per cure mediche.
Frasi di Antonio Gramsci
Abbiamo un totale di 8 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno.
Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno.
Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno.
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