Biografia di Erasmo da Rotterdam
Nazione: Paesi Bassi (Olanda)
Erasmo da Rotterdam (nome latino Desiderius Erasmus Roterodamus) nacque a Rotterdam, Olanda, il 27 ottobre 1467 e morì a Basilea, Svizzera, il 12 luglio 1536). Fu teologo, umanista, filosofo e saggista.
Figlio di un prete, fu battezzato Erasmus e adottò il nome di Desiderio solo in seguito. Dopo la morte dei genitori a causa delle peste, fu mandato in convento e in seguito divenne frate, ma si pentì di avere abbracciato la vita monastica anche se questo gli permise di studiare latino e retorica sui testi di S. Agostino e San Gerolamo. Tra le sue opere ricordiamo il manuale di vita cristiana intitolato "Enchiridion" e gli "Adagia", una raccolta di proverbi latini più volte ampliata in edizioni successive. Dopo un viaggio in Italia si recò in Inghilterra, ospite del suo amico Thomas More (Tommaso Moro) e lì scrisse l'Elogio della follia. Quando Martin Lutero pubblicò le sua famose 95 tesi sul valore delle indulgenze, Erasmo, da buon cattolico, sentì di dovere in qualche modo schierarsi. In realtà egli fu d'accordo su molte delle cose esposte da Lutero anche se sostenne sempre di non voler in nessun modo attaccare la Chiesa. Quando Lutero, suo ammiratore, gli chiese di collaborare attivamente con lui, egli declinò l'invito, rispondendo che la sua posizione era quella di intellettuale che doveva mantenersi neutrale. Ciononostante, fu accusato di aver in qualche modo fomentato tutti quei movimenti scaturiti dal successo della Riforma Luterana, per esempio la rivolta dei contadini. I suoi libri, per esempio, vennero bruciati a Milano insieme a quelli di Lutero. Proprio in quegli anni vide la luce la sua più grande opera, l'Ecclesiaste, parafrasi dell'omonimo libro della Bibbia, conosciuto anche come Qoelet. In esso egli sostenne che l'unico dovere fondamentale della fede cattolica era la predicazione. Morì a Basilea pochi anni dopo.
Figlio di un prete, fu battezzato Erasmus e adottò il nome di Desiderio solo in seguito. Dopo la morte dei genitori a causa delle peste, fu mandato in convento e in seguito divenne frate, ma si pentì di avere abbracciato la vita monastica anche se questo gli permise di studiare latino e retorica sui testi di S. Agostino e San Gerolamo. Tra le sue opere ricordiamo il manuale di vita cristiana intitolato "Enchiridion" e gli "Adagia", una raccolta di proverbi latini più volte ampliata in edizioni successive. Dopo un viaggio in Italia si recò in Inghilterra, ospite del suo amico Thomas More (Tommaso Moro) e lì scrisse l'Elogio della follia. Quando Martin Lutero pubblicò le sua famose 95 tesi sul valore delle indulgenze, Erasmo, da buon cattolico, sentì di dovere in qualche modo schierarsi. In realtà egli fu d'accordo su molte delle cose esposte da Lutero anche se sostenne sempre di non voler in nessun modo attaccare la Chiesa. Quando Lutero, suo ammiratore, gli chiese di collaborare attivamente con lui, egli declinò l'invito, rispondendo che la sua posizione era quella di intellettuale che doveva mantenersi neutrale. Ciononostante, fu accusato di aver in qualche modo fomentato tutti quei movimenti scaturiti dal successo della Riforma Luterana, per esempio la rivolta dei contadini. I suoi libri, per esempio, vennero bruciati a Milano insieme a quelli di Lutero. Proprio in quegli anni vide la luce la sua più grande opera, l'Ecclesiaste, parafrasi dell'omonimo libro della Bibbia, conosciuto anche come Qoelet. In esso egli sostenne che l'unico dovere fondamentale della fede cattolica era la predicazione. Morì a Basilea pochi anni dopo.
Frasi di Erasmo da Rotterdam
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Aequalis non parit bellum.
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