Biografia di Domenico De Masi

Domenico De Masi
Nazione: Italia    
Domenico De Masi nacque a Rotello (CB) il giorno 1 febbraio 1938 e morì a Roma il 9 settembre 2023. Fu un sociologo.

Dopo il liceo classico a Caserta, si laureò in giurisprudenza a Perugia, specializzandosi poi in sociologia del lavoro a Parigi. Divenne poi assistente di sociologia all'Università Federico II di Napoli.
Si trasferì a Milano, dove aiutò la società CMF ad avviare due nuovi stabilimenti, e grazie a questo intervento la società ottenne un premio dalla Comunità Europea.

Dal 1966 al 1979 fu docente di sociologia industriale a Napoli, Sassari e Roma. Dal 1978 al 2000 diresse una scuola triennale di specializzazione post laurea in scienze organizzative chiama S3.Studium, da lui fondata. Tale scuola è attiva ancora oggi, senza fini di lucro, nella formazione di post laureati.
Ha scritto diversi libri edè molto seguito in Brasile, dove per trent'anni è stato consulente per il Servizio brasiliano di supporto alle piccole e medie imprese e per Rete Globo.
Oltre all'insegnamento e alle consulenze in ambito industriale e lavorativo, De Masi fu anche presidente dell'Istituto Nazionale di Architettura e co-fondatore, insieme ad Ermete Realacci e Alessandro Profumo, di Symbola, una associazione di imprese eccellenti.

É il creatore del concetto di ozio creativo, secondo il quale l'aver delegato alle macchine tutta una serie di lavori ripetitivi e time-consuming, ha permesso all'uomo di aumentare il proprio tempo libero, che in parte viene usato per dedicarsi ad attività creative che in un certo qual modo potrebbero comunque essere definite lavoro. Questa predominanza della creatività sulla manualità fa sì che i confini tra studio, gioco e lavoro si confondano, creando una situazione in cui si lavora senza accorgersi di farlo.


Frasi di Domenico De Masi

Abbiamo un totale di 6 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.

Ogni progresso fa le sue vittime e, di fronte a un progresso torrenziale come questo, chi progetta il progresso si disinteressa delle vittime e chi difende le vittime non capisce il progresso.


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