Biografia di Juana Inés de la Cruz
Nazione: Messico
Juana Inés de Asbaje y Ramírez de Santillana nacque a San Miguel Nepantla, Messico il 13 novembre 1651 e morì a Città del Messico, in quello che allora era il Vicereame della Nuova Spagna, il 17 aprile 1695. Fu religiosa e poetessa.
A voler essere precisi, la data di nascita di Juana è avvolta nel mistero.
Ci sono alcuni critici, tra i quali Octavio Paz, prendono per buono un documento secondo il quale fu battezzata il 5 dicembre 1648, mentre la studiosa cubana Georgina Sabat de Rivers sostiene che il documento si riferisca ad una parente. Secondo invece lo scrittore e biografo messicano Alejandro Soriano Vallés, Juana Inés non potrebbe assolutamente essere nata nel novembre del 1648 perché secondo Diego Calleja, primo biografo della de la Cruz, sostiene che una delle sue sorelle fu data alla luce nel marzo del 1649
Al contrario, il critico e autore messicano Guillermo Schmidhuber sostiene di aver ritrovato il certificato di battesimo di Maria, sorella minore di Juana, datato 23 luglio 1651, rendendo così impossibile che sor Juana sia nata a novembre dello stesso anno.
Va comunque sottolineato che a quell'epoca, soprattutto nelle zone rurali, la trascrizione ufficiale degli atti di battesimo avveniva anche mesi o anni dopo che era stata fatta la richiesta, rendendo quanto detto sopra estremamente relativo. E non è ancora finita, perchè a complicare le cose ci si mette anche il fatto che la succitata Maria, sorella di Juana, venne presentata come "Maria hija de la Iglesia", un eufemismo per dire "figlia illegittima" i cui padrini erano gli zii di Juana. Allo stato attuale delle cose, quindi, la data di nascita è da considerarsi ancora incerta. Come ciliegina sulla torta citiamo anche il fatto che la madre di sor Juana, nel suo testamento datato 1687 dichiara che tuttii suoi figli erano stati concepiti fuori dal matrimonio.
Visse durante l'infanzia nella hacienda di suo zio. Imparò la lingua náhuatl dagli abitanti della hacienda e imparò a leggere e scrivere a tre anni prendendo lezioni dalla sorella maggiore di nascosto dalla madre. Scoprì la biblioteca dello zio e lesse tutti i classici greci e latini. La sua fame di sapere era tale che cercò di convincere la madre a mandarla all'Università travestita da uomo, dato che l'accesso era interdetto alle donne.
Durante l'adolescenza visse in casa degli zii. Tra il 1664 e il 1665 fece il suo ingresso alla corte del viceré Antonio Sebastián de Toledo, marchese di Mancera e la vice-regina divenne sua mecenate. La corte vicereale era infatti un luogo frequentato da moltissimi intellettuali e lì Juana cominciò a scrivere. Successivamente, il confessore dei vice-regnanti, venendo a sapere che Juana non voleva sposarsi, le propose di entrare in convento. Il primo tentativo fu con le Carmelitane, tra le quali vigeva un regolamento così severo da portarla ad ammalarsi.
Allora optò per l'Ordine di San Geronimo del quale fece parte per tutta la vita. Nella sua cella di due piani (con cameriere), potè scrivere e ricevere visite di altri intellettuali e della vice-regina che rimase sua amica fino alla morte.
A voler essere precisi, la data di nascita di Juana è avvolta nel mistero.
Ci sono alcuni critici, tra i quali Octavio Paz, prendono per buono un documento secondo il quale fu battezzata il 5 dicembre 1648, mentre la studiosa cubana Georgina Sabat de Rivers sostiene che il documento si riferisca ad una parente. Secondo invece lo scrittore e biografo messicano Alejandro Soriano Vallés, Juana Inés non potrebbe assolutamente essere nata nel novembre del 1648 perché secondo Diego Calleja, primo biografo della de la Cruz, sostiene che una delle sue sorelle fu data alla luce nel marzo del 1649
Al contrario, il critico e autore messicano Guillermo Schmidhuber sostiene di aver ritrovato il certificato di battesimo di Maria, sorella minore di Juana, datato 23 luglio 1651, rendendo così impossibile che sor Juana sia nata a novembre dello stesso anno.
Va comunque sottolineato che a quell'epoca, soprattutto nelle zone rurali, la trascrizione ufficiale degli atti di battesimo avveniva anche mesi o anni dopo che era stata fatta la richiesta, rendendo quanto detto sopra estremamente relativo. E non è ancora finita, perchè a complicare le cose ci si mette anche il fatto che la succitata Maria, sorella di Juana, venne presentata come "Maria hija de la Iglesia", un eufemismo per dire "figlia illegittima" i cui padrini erano gli zii di Juana. Allo stato attuale delle cose, quindi, la data di nascita è da considerarsi ancora incerta. Come ciliegina sulla torta citiamo anche il fatto che la madre di sor Juana, nel suo testamento datato 1687 dichiara che tuttii suoi figli erano stati concepiti fuori dal matrimonio.
Visse durante l'infanzia nella hacienda di suo zio. Imparò la lingua náhuatl dagli abitanti della hacienda e imparò a leggere e scrivere a tre anni prendendo lezioni dalla sorella maggiore di nascosto dalla madre. Scoprì la biblioteca dello zio e lesse tutti i classici greci e latini. La sua fame di sapere era tale che cercò di convincere la madre a mandarla all'Università travestita da uomo, dato che l'accesso era interdetto alle donne.
Durante l'adolescenza visse in casa degli zii. Tra il 1664 e il 1665 fece il suo ingresso alla corte del viceré Antonio Sebastián de Toledo, marchese di Mancera e la vice-regina divenne sua mecenate. La corte vicereale era infatti un luogo frequentato da moltissimi intellettuali e lì Juana cominciò a scrivere. Successivamente, il confessore dei vice-regnanti, venendo a sapere che Juana non voleva sposarsi, le propose di entrare in convento. Il primo tentativo fu con le Carmelitane, tra le quali vigeva un regolamento così severo da portarla ad ammalarsi.
Allora optò per l'Ordine di San Geronimo del quale fece parte per tutta la vita. Nella sua cella di due piani (con cameriere), potè scrivere e ricevere visite di altri intellettuali e della vice-regina che rimase sua amica fino alla morte.
Frasi di Juana Inés de la Cruz
Abbiamo un totale di 6 frasi.
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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No estudio por saber más, sino por ignorar menos.
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