Frasi di Emilio Cecchi
3/13
È un'idea piuttosto vaga dello scrivere, credere che ci sia una maniera di scrivere senza maniera. Sta il fatto che uno scrittore non è uno scrittore se non ha la sua tastiera e la sua maniera, che il lettore impara a conoscere nei valori pieni, nei toni originari e nelle incrinature di suoni, nei falsetti; per modo che fra scrittore e lettore non è possibile inganno, perché si sono intesi su tutto e principalmente sull'inganno. Che Dio ci guardi dagli autori candidi, col cuore in mano, che giurano di non avere maniera!
11/13
Provino gli scrittori a ricopiare a macchina la pagina manoscritta. E se la vedranno staccata, distante, come già pubblicata. La leggeranno non più con gli occhi propri, ma con gli occhi di chi un giorno dovrà leggerla; e ottener questo è tra le più difficili astuzie del mestiere. Perché uno scrittore è agevolmente portato a sentirsi in pace con la coscienza, guardando le raschiature del proprio manoscritto. Ma la macchina, a un tratto, invecchia il lavoro di dieci anni; e mostra che ancora non s'è abbastanza raschiato.
13/13
Non è la forza delle passioni, rara, in fondo, come il genio, che conduce al male; quanto l'ottusità dell'intelligenza. Il male, prima di tutto, è questione d'intelligenza. E a poter leggere dentro le anime dannate, la cosa più da stupirci sarebbe, credo, di trovarle così semplici, irriflesse, infantili, fra i loro balocchi di morte.