Frasi di Albert Camus



1/45

Non è affatto il caso di ripeterci ogni giorno che siamo mortali: lo constateremo di persona.

2/45

I martiri non fanno le Chiese: ne sono il cemento o l'alibi. Poi vengono i preti e i bigotti.

3/45

Essere diversi non è una cosa né buona né cattiva. Significa semplicemente che sei abbastanza coraggioso da essere te stesso.

4/45

Quello che conta tra amici non è ciò che si dice, ma quello che non occorre dire.

5/45

La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni.

6/45

Non essere amati è una semplice sfortuna; la vera disgrazia è non amare.

7/45

Nel mondo assurdo, il valore di una nozione o di una vita viene misurato in base alla sua infecondità.

8/45

Ad ogni angolo di strada il sentimento dell'assurdità potrebbe colpire un uomo in faccia.

9/45

Siate realisti: chiedete l'impossibile.

10/45

Non c'è destino che non si vinca con il disprezzo.

11/45

Viene sempre il momento in cui bisogna scegliere fra la contemplazione e l'azione. Ciò si chiama diventare uomo.

12/45

Persino da un banco di imputazione è sempre interessante sentire parlare di sé.

13/45

Quelli che scrivono con chiarezza hanno dei lettori, quelli che scrivono in modo ambiguo hanno dei commentatori.

14/45

La povertà lascia in chi l'ha vissuta un'insofferenza che mal sopporta che si parli di miseria senza conoscenza di causa.

15/45

Mi ribello, dunque siamo.

16/45

La rivolta consiste nell'amare un uomo che non esiste ancora.

17/45

Tutte le rivoluzioni moderne hanno avuto per risultato un rafforzamento del potere statale.

18/45

Che cos'è un romanzo se non un universo in cui l'azione è dotata d'una forma, dove si pronunciano parole definitive, dove le persone si possiedono l'un l'altra completamente e la vita assume l'aspetto di destino?

19/45

La nostra sola giustificazione, se ne abbiamo una, è di parlare in nome di tutti coloro che non possono farlo.

20/45

Il problema dell'arte è un problema di traduzione. Cattivi scrittori sono quelli che scrivono riferendosi a un contesto interiore che il lettore non può conoscere.

21/45

La simpatia, un sentimento da presidente del consiglio: si ottiene a buon mercato dopo le catastrofi.

22/45

La stampa libera può, naturalmente, essere buona o cattiva, ma è certissimo che senza libertà non potrà essere altro che cattiva.

23/45

La storia non è altro che lo sforzo disperato degli uomini di dar corpo ai più chiaroveggenti fra i loro sogni.

24/45

C'è sempre qualche ragione per l'uccisione d'un uomo. È invece impossibile giustificare che viva.

25/45

L'uomo è la sola creatura che si rifiuta di essere ciò che è.

26/45

Una frase sola basterà a definire l'uomo moderno: fornicò e lesse i giornali.

27/45

Non essere più ascoltati: questa è la cosa terribile quando si diventa vecchi.

28/45

Ahimè, dopo una certa età ognuno è responsabile della sua faccia.

29/45

Tutto ciò che esalta la vita ne accresce, nello stesso tempo, l'assurdità.

30/45

Se c'è un peccato contro la vita, è forse non tanto disperarne, quanto sperare in un'altra vita, e sottrarsi all'implacabile grandezza di questa.

31/45

Il fascismo è disprezzo. Inversamente ogni forma di disprezzo, in politica, prepara o instaura il fascismo.

32/45

Una sola cosa è più tragica del dolore: la vita di un uomo felice.

33/45

La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene un giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza.

34/45

Il fine giustifica i mezzi? È possibile. Ma chi giustificherà il fine? A questa domanda che il pensiero storico lascia in sospeso, la rivolta risponde: i mezzi.

35/45

Sì, tu sei mio fratello, e tutti voi siete i miei fratelli, i miei amati fratelli. Ma che gusto schifoso ha qualche volta la fraternità.

36/45

La vera generosità verso il futuro consiste nel donare tutto al presente.

37/45

Il futuro è la sola trascendenza degli uomini senza Dio.

38/45

Ogni creazione autentica è un dono al futuro.

39/45

Insomma, per diventare famosi, basta ammazzare la portinaia.

40/45

Il segno della giovinezza è forse una magnifica vocazione per le facili felicità.

41/45

Ti dirò un grande segreto. Non aspettare il giudizio universale. Si celebra tutti i giorni.

42/45

Le idee sono il contrario del pensiero.

43/45

Chiamo imbecille chi ha paura di godere.

44/45

In quanto artisti, forse non abbiamo bisogno di intervenire nelle faccende di questo secolo; ma in quanto uomini, sì.

45/45

Il dubbio degli artisti che ci hanno preceduti riguardava il loro talento. Quello degli artisti d'oggi riguarda la necessità della loro arte, dunque la loro stessa esistenza. Racine, nel 1954, si scuserebbe di scrivere Bérénice in luogo di combattere per la difesa dell'Editto di Nantes.




Biografia di Albert Camus