Biografia di Giuseppe Baretti
Nazione: Italia
Giuseppe Marco Antonio Baretti, noto anche con lo pseudonimo di Aristarco Scannabue, nacque a Torino il 24 aprile 1719 e morì a Londra il 5 maggio 1789. Fu critico letterario, traduttore, lessicografo e linguista, poeta, drammaturgo e giornalista.
Destinato dal padre alla carriera legale, Baretti fuggì da Torino all'età di sedici anni, intraprendendo una vita errante che lo portò a lavorare per un mercante di Guastalla. La sua passione per la letteratura e la critica lo spinse a dedicarsi a questi ambiti, diventando uno dei principali critici italiani del suo tempo.
Nel 1751, alla ricerca di maggiore libertà, si trasferì a Londra, dove stabilì rapporti con importanti figure culturali dell'epoca, tra cui Samuel Johnson e David Garrick. Durante il suo soggiorno in Inghilterra, Baretti pubblicò diverse opere significative, tra cui The Italian library (1757), considerata la prima crestomazia della letteratura italiana in lingua inglese. Nel 1760, completò e pubblicò A dictionary of the English and Italian languages, un lavoro che gli conferì fama e successo economico.
Baretti si distinse anche come polemista attraverso la sua rivista La frusta letteraria (1763-1765), in cui utilizzava lo pseudonimo di Aristarco Scannabue per attaccare le convenzioni letterarie del suo tempo. La rivista affrontò vari temi culturali e sociali, ma fu soggetta alla censura, costringendo Baretti a pubblicare gli ultimi numeri ad Ancona.
Nel 1768, Baretti scrisse An account of the manners and customs of Italy, un'opera che cercava di sfatare stereotipi negativi sull'Italia e che ottenne un buon successo tra i lettori inglesi. Nel 1769, fu nominato segretario della Royal Academy of Arts, un incarico prestigioso che consolidò ulteriormente la sua posizione nel panorama culturale britannico.
La vita di Baretti fu segnata da controversie e avventure; nel 1769 fu accusato di omicidio dopo aver ferito mortalmente un aggressore in strada, ma fu assolto grazie al sostegno di amici influenti. Morì a Londra il 5 maggio 1789 e fu sepolto nella cappella di Marylebone.
La sua eredità è significativa non solo per il contributo alla critica letteraria e alla traduzione, ma anche per il ruolo pionieristico nel giornalismo culturale militante in Italia e nel Regno Unito.
Destinato dal padre alla carriera legale, Baretti fuggì da Torino all'età di sedici anni, intraprendendo una vita errante che lo portò a lavorare per un mercante di Guastalla. La sua passione per la letteratura e la critica lo spinse a dedicarsi a questi ambiti, diventando uno dei principali critici italiani del suo tempo.
Nel 1751, alla ricerca di maggiore libertà, si trasferì a Londra, dove stabilì rapporti con importanti figure culturali dell'epoca, tra cui Samuel Johnson e David Garrick. Durante il suo soggiorno in Inghilterra, Baretti pubblicò diverse opere significative, tra cui The Italian library (1757), considerata la prima crestomazia della letteratura italiana in lingua inglese. Nel 1760, completò e pubblicò A dictionary of the English and Italian languages, un lavoro che gli conferì fama e successo economico.
Baretti si distinse anche come polemista attraverso la sua rivista La frusta letteraria (1763-1765), in cui utilizzava lo pseudonimo di Aristarco Scannabue per attaccare le convenzioni letterarie del suo tempo. La rivista affrontò vari temi culturali e sociali, ma fu soggetta alla censura, costringendo Baretti a pubblicare gli ultimi numeri ad Ancona.
Nel 1768, Baretti scrisse An account of the manners and customs of Italy, un'opera che cercava di sfatare stereotipi negativi sull'Italia e che ottenne un buon successo tra i lettori inglesi. Nel 1769, fu nominato segretario della Royal Academy of Arts, un incarico prestigioso che consolidò ulteriormente la sua posizione nel panorama culturale britannico.
La vita di Baretti fu segnata da controversie e avventure; nel 1769 fu accusato di omicidio dopo aver ferito mortalmente un aggressore in strada, ma fu assolto grazie al sostegno di amici influenti. Morì a Londra il 5 maggio 1789 e fu sepolto nella cappella di Marylebone.
La sua eredità è significativa non solo per il contributo alla critica letteraria e alla traduzione, ma anche per il ruolo pionieristico nel giornalismo culturale militante in Italia e nel Regno Unito.
Frasi di Giuseppe Baretti
Abbiamo un totale di 7 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Altro è esser uomo erudito ed altro è esser uomo grande.
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