Biografia di Enzo Biagi
Nazione: Italia
Enzo Marco Biagi, nacque a Pianaccio di Lizzano in Belvedere (BO) il 9 agosto 1920 e morì a Milano il 6 novembre 2007. Fu giornalista, scrittore e conduttore televisivo. Ha sempre dichiarato che l'idea di fare il giornaliste gli venne dopo aver letto il libro di Jack London "Martin Eden". A scuola fondò una rivista scolastica chiamata "Il picchio", poi fatta chiudere dal regime fascista. Nel 1937 iniziò a collaborare con la rivista "L'avvenire d'Italia" per poi passare al Carlino Sera. Nei primi anni 50 lasciò Bologna per Milano e andò a lavorare per la rivista Epoca. Quando scoppiò il caso Wilma Montesi Biagi, lasciato momentaneamente a dirigere la rivista dall'allora direttore Segala, decise di dedicare la copertina al caso e scrivere un'inedita ricostruzione dei fatti. Ci fu un boom di vendite e la Mondadori fece di lui il direttore ufficiale della rivista.
Nel 1961 diventò direttore del Telegiornale ma le pressioni politiche erano tali che nel 1963 se ne andò, tornò a Milano dove diventò inviato del Corriere della Sera e La Stampa.
Nel 1971 diventò direttore de Il Resto del Carlino, mentre nel 1974 fondò Il Giornale insieme a Indro Montanelli.
Fra il '77 e l'80 collaborò ancora con la RAI, intervistando Gheddafi poco dopo la strage di Ustica.
Lasciò il Corriere del 1981 dopo lo scandalo della P2 e continuò a lavorare in RAI per molti anni.
Nel 2002 ci fu una controversia tra Enzo Biagi e Silvio Berlusconi: quest'ultimo, in una dichiarazione ribattezzata "Editto bulgaro" in quanto rilasciata in quel di Sofia, Bulgaria, si augurava che i nuovi vertici RAI, appena nominati, non lasciassero spazio a personaggi come Santoro, Luttazzi e Biagi che lo avevano attaccato pubblicamente. Nella successiva puntata de Il Fatto, Biagi replicò in questo modo:
"Il presidente del Consiglio non trova niente di meglio che segnalare tre biechi individui: Santoro, Luttazzi e il sottoscritto. Quale sarebbe il reato? [...] Poi il presidente Berlusconi, siccome non intravede nei tre biechi personaggi pentimento e redenzione, lascerebbe intendere che dovrebbero togliere il disturbo. Signor presidente, dia disposizioni di procedere perché la mia età e il senso di rispetto che ho verso me stesso mi vietano di adeguarmi ai suoi desideri [...]. Sono ancora convinto che perfino in questa azienda (che come giustamente ricorda è di tutti, e quindi vorrà sentire tutte le opinioni) ci sia ancora spazio per la libertà di stampa; sta scritto - dia un'occhiata - nella Costituzione. Lavoro qui in Rai dal 1961, ed è la prima volta che un Presidente del Consiglio decide il palinsesto [...]. Cari telespettatori, questa potrebbe essere l'ultima puntata del Fatto. Dopo 814 trasmissioni, non è il caso di commemorarci. Eventualmente, è meglio essere cacciati per aver detto qualche verità, che restare a prezzo di certi patteggiamenti."
La trasmissione venne prima cambiata di fascia oraria, poi spostata su RAI 3 e infine chiusa. Il 31 dicembre del 2002 Biagi lasciò la RAI, ma le polemiche e le critiche a Berlusconi continuarono. Infatti nel 2007 tornò in televisione, con "RT Rotocalco Televisivo" e aprì la trasmissione con le seguenti parole: "Buonasera, scusate se sono un po' commosso e magari si vede. C'è stato qualche inconveniente tecnico e l'intervallo è durato cinque anni. C'eravamo persi di vista, c'era attorno a me la nebbia della politica e qualcuno ci soffiava dentro... Vi confesso che sono molto felice di ritrovarvi. Dall'ultima volta che ci siamo visti, sono accadute molte cose. Per fortuna, qualcuna è anche finita." Purtroppo, poco tempo dopo, un grave problema fisico lo condusse alla morte. Ci lasciò citando Ungaretti: "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie..." ma aggiungendo "ma tira un forte vento".
"Il presidente del Consiglio non trova niente di meglio che segnalare tre biechi individui: Santoro, Luttazzi e il sottoscritto. Quale sarebbe il reato? [...] Poi il presidente Berlusconi, siccome non intravede nei tre biechi personaggi pentimento e redenzione, lascerebbe intendere che dovrebbero togliere il disturbo. Signor presidente, dia disposizioni di procedere perché la mia età e il senso di rispetto che ho verso me stesso mi vietano di adeguarmi ai suoi desideri [...]. Sono ancora convinto che perfino in questa azienda (che come giustamente ricorda è di tutti, e quindi vorrà sentire tutte le opinioni) ci sia ancora spazio per la libertà di stampa; sta scritto - dia un'occhiata - nella Costituzione. Lavoro qui in Rai dal 1961, ed è la prima volta che un Presidente del Consiglio decide il palinsesto [...]. Cari telespettatori, questa potrebbe essere l'ultima puntata del Fatto. Dopo 814 trasmissioni, non è il caso di commemorarci. Eventualmente, è meglio essere cacciati per aver detto qualche verità, che restare a prezzo di certi patteggiamenti."
La trasmissione venne prima cambiata di fascia oraria, poi spostata su RAI 3 e infine chiusa. Il 31 dicembre del 2002 Biagi lasciò la RAI, ma le polemiche e le critiche a Berlusconi continuarono. Infatti nel 2007 tornò in televisione, con "RT Rotocalco Televisivo" e aprì la trasmissione con le seguenti parole: "Buonasera, scusate se sono un po' commosso e magari si vede. C'è stato qualche inconveniente tecnico e l'intervallo è durato cinque anni. C'eravamo persi di vista, c'era attorno a me la nebbia della politica e qualcuno ci soffiava dentro... Vi confesso che sono molto felice di ritrovarvi. Dall'ultima volta che ci siamo visti, sono accadute molte cose. Per fortuna, qualcuna è anche finita." Purtroppo, poco tempo dopo, un grave problema fisico lo condusse alla morte. Ci lasciò citando Ungaretti: "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie..." ma aggiungendo "ma tira un forte vento".
Frasi di Enzo Biagi
Abbiamo un totale di 17 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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La vita è un romanzo bellissimo, con qualche miliardo di personaggi.
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