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Al giovenile bollor tutto par lieve.
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Emone. Acchiusa spesso
nel silenzio è vendetta.
Creonte. In quel di pochi; ma, nel silenzio di una gente intera,
si acchiude, o servitù.
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Che speri?
Che in cor di serva plebe odio od amore
possa esternarsi mai? Dai lunghi ceppi
guasta, avvilita, or l'un tiranno vede
cadere, or sorger l'altro; e nullo n'ama
e a tutti serve.
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O Morte. Morte
cui tanto invoco, al mio dolor tu sorda
sempre sarai?
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Amar chi t'odia, ell'è impossibil cosa.
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Tanto è pur vero che in ogni poesia il vestito fa la metà del corpo.
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Il rispetto delle altrui proprietà, nasce, e prospera prestissimo negl'individui che ne posseggono alcune legittime loro.
8/15
La ragione e il vero sono quei tali conquistatori che per vincere e conquistare durevolmente nessuna arme sevono adoperare che le semplici parole. Perciò le religioni diverse e la cieca obbedienza si sono sempre insegnate coll'armi, ma la sana filosofia e i moderati governi coi libri.
9/15
Oh trista
sorte dei re! del proprio cor gli affetti,
non che seguir, né pur spiegar, ne lice.
Spiegar? che dico? né accennar: tacerli,
dissimularli, le più volte è forza.
10/15
Un re, dal trono
cader non debbe, che col trono istesso:
sotto l'alte rovine, ivi sol, trova
morte onorata, ed onorata tomba.
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Il credere in Dio insomma, non nocque a nessun popolo mai; giovò anzi a molti; agli altri individui di robusto animo non toglie nulla; ai deboli è sollievo ed appoggio.
12/15
Nato e cresciuto a rio servaggio in seno.
13/15
Scoperta, a cui per ottenere il titolo di sublime, altro non manca finora che la possibilità o verisimiglianza di essere adattata ad una qualche utilità.
14/15
Dare e tôr quel che non s'ha
è una nuova abilità.
Chi dà fama?
I giornalisti.
Chi diffama?
I giornalisti.
Chi s'infama?
I giornalisti.
Ma chi sfama
i giornalisti?
Gli oziosi, ignoranti, invidi, tristi.
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Oh come mal si avvolge affetto vero
fra pompose parole! un tacer havvi,
figlio d'amor, che tutto esprime; e dice
più che lingua non puote.