Biografia di Roger Zelazny
Nazione: Stati Uniti d'America
Roger Joseph Zelazny nacque a Euclid, Ohio il 13 maggio 1937 e morì a Santa Fe, New Mexico il 14 giugno 1995. Fu uno scrittore di fantascienza e fantasy.
Cominciò a scrivere novelle e poesie sin da bambino e continuò anche al liceo. Si iscrisse alla facoltà di psicologia ma la lasciò per diplomarsi poi in inglese. In quel periodo vinse premi di poesia e cominciò ad interessarsi alle arti marziali, praticando judo.
Passò due anni a New York e successivamente si arruolò nella Guardia Nazionale. Conseguì contemporaneamente il Master of Arts alla Columbia University. Nel 1962 pubblicò i suoi primi due lavori sulle riviste Amazing stories e Fantastic. Nel 1963 scrisse delle opere di fantascienza sotto lo pseudonimo di Harrison Denmark, ed i suo racconto Una rosa per l'Ecclesiaste ebbe la candidatura per il premio Hugo, che però venne poi vinto da Poul Anderson.
Nel 1964 si sposò con Sharon Stabler, dalla quale divorziò nel 1966. Nel 1965, intanto, ricevette una seconda candidatura al premio Hugo per il miglior racconto breve ma lo vinse meritatamente con il romanzo Io, l'immortale, ex aequo con niente di meno che Dune di Frank Herbert.
Negli anni successivi, venne candidato praticamente sempre ai vari premi Hugo e Nebula, vincendo parecchie volte, come per esempio nel 1968 per il romanzo Lord of light, pubblicato l'anno precedente.
Nel 1972 vinse il premio Apollo in Francia, con il romanzo Metamorfosi cosmica. Nel '75 si trasferì a Santa fe, in New Mexico e pubblicò Home is the hangman che gli valse sia il premio Nebula che il premio Hugo. L'anno successivo scrisse Deus irae, a quattro mani con sua maestà Philip K. Dick.
Membro del Mensa e del SAGA (Swordsmen and Sorcerers' Guild of America), Zelazny si dichiarò sempre non particolarmente religioso, sebbene cresciuto in un ambiente Cattolico.
Le sue opere attinsero a piene mani dai miti di svariate popolazioni, da quelle nordiche a quelle dei Navajo, da quelle egizie a quelle cinesi e Hindu senza tralasciare i miti celtici e di re Artù.
Cominciò a scrivere novelle e poesie sin da bambino e continuò anche al liceo. Si iscrisse alla facoltà di psicologia ma la lasciò per diplomarsi poi in inglese. In quel periodo vinse premi di poesia e cominciò ad interessarsi alle arti marziali, praticando judo.
Passò due anni a New York e successivamente si arruolò nella Guardia Nazionale. Conseguì contemporaneamente il Master of Arts alla Columbia University. Nel 1962 pubblicò i suoi primi due lavori sulle riviste Amazing stories e Fantastic. Nel 1963 scrisse delle opere di fantascienza sotto lo pseudonimo di Harrison Denmark, ed i suo racconto Una rosa per l'Ecclesiaste ebbe la candidatura per il premio Hugo, che però venne poi vinto da Poul Anderson.
Nel 1964 si sposò con Sharon Stabler, dalla quale divorziò nel 1966. Nel 1965, intanto, ricevette una seconda candidatura al premio Hugo per il miglior racconto breve ma lo vinse meritatamente con il romanzo Io, l'immortale, ex aequo con niente di meno che Dune di Frank Herbert.
Negli anni successivi, venne candidato praticamente sempre ai vari premi Hugo e Nebula, vincendo parecchie volte, come per esempio nel 1968 per il romanzo Lord of light, pubblicato l'anno precedente.
Nel 1972 vinse il premio Apollo in Francia, con il romanzo Metamorfosi cosmica. Nel '75 si trasferì a Santa fe, in New Mexico e pubblicò Home is the hangman che gli valse sia il premio Nebula che il premio Hugo. L'anno successivo scrisse Deus irae, a quattro mani con sua maestà Philip K. Dick.
Membro del Mensa e del SAGA (Swordsmen and Sorcerers' Guild of America), Zelazny si dichiarò sempre non particolarmente religioso, sebbene cresciuto in un ambiente Cattolico.
Le sue opere attinsero a piene mani dai miti di svariate popolazioni, da quelle nordiche a quelle dei Navajo, da quelle egizie a quelle cinesi e Hindu senza tralasciare i miti celtici e di re Artù.
Frasi di Roger Zelazny
Abbiamo un totale di 7 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Non è il sonno della ragione a generare i mostri. I mostri sono in attesa della sfida della ragione, perchè sanno di poter vincere.
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