Biografia di Totò
Nazione: Italia
Totò, pseudonimo di Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi de Curtis di Bisanzio, nacque il 15 febbraio 1898 a Napoli e morì il 15 aprile 1967 a Roma. Fu stato un attore e comico italiano.
Nacque da madre non sposata: secondo una leggenda iniziata da Totò stesso suo padre fu Giuseppe, il figlio del marchese De Curtis e il nonno si oppose al matrimonio tra il figlio nobile e la bella ragazza di città, ma sprovvista di titoli nobiliari. Crebbe per le strade di Napoli che preferiva alla frequenza scolastica: terminata a fatica la scuola elementare, fu mandato in un collegio, senza andare alle scuole superiori e a quattordici anni abbandonò gli studi.
Nel 1913/1914 debuttò in uno dei tanti teatri napoletani con lo pseudonimo di Cimizio di Clemente. All'inizio della guerra, si arruolò come volontario, ma si pentì e finse un infarto per rimanere dietro la linea del fronte.
Alla fine della guerra tornò in teatro: radunò la sua "banda" di attori come Eduardo e Peppino De Filippo, Cesare Bixio e iniziò a guadagnare un po' di notorietà grazie al suo particolare portamento e abbigliamento, che conservò per tutta la vita. Grazie alla fama ebbe diversi amori, ma tutti abbastanza tormentati.
In Italia l'avanspettacolo iniziò ad avere successo e lui, avendone capito le potenzialità, divenne impresario, finanziando la sua compagnia che tra il '33 e il '40 mise in scena diversi spettacoli. Nel 1933 si fece adottare dal marchese Francesco Maria Gagliardi, che gli trasmise i suoi titoli. Solo nel 1946, un anno dopo la morte del Principe De Curtis, il Tribunale di Napoli autorizzò Totò a fregiarsi del nome e del titolo.
Prolifico attore, lavorò non solo in teatro, ma anche al cinema con pellicole come I due orfanelli (1947) e Fifa e arena (1948) con cui ottenne il vero successo cinematografico. Seguirono altri film Totò cerca casa (1949), Totò sceicco (1950) e Napoli milionaria (1950). Nel 1951, per l'interpretazione del film Guardie e ladri ricevette il Nastro d'argento e la Maschera d'argento. In seguito fu il magnifico interprete di esilaranti pellicole, come Totò a colori (1952), primo film italiano a colori in cui propose la gag del "vagone letto", Miseria e nobiltà (1954), L'oro di Napoli (1954), Siamo uomini o caporali? (1955) e Totò, Peppino e la... malafemmina (1956), in cui c'è la memorabile scena della dettatura della lettera fra Totò e Peppino De Filippo. Lavorò con grandi registi come Lattuada e Pasolini, alternati a film più leggeri come I soliti ignoti (1958), Totò a Parigi (1958), Signori si nasce (1960), Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi (1960) e I due marescialli (1961). Con il regista Daniele Danza fu protagonista di Tutto Totò, serie di telefilm in cui fu riproposto il suo repertorio teatrale.
Quando morì, nel 1967, ebbe ben tre funerali, l'ultimo dei quali organizzato da un capoguappo del Rione Sanità con la bara vuota.
Nacque da madre non sposata: secondo una leggenda iniziata da Totò stesso suo padre fu Giuseppe, il figlio del marchese De Curtis e il nonno si oppose al matrimonio tra il figlio nobile e la bella ragazza di città, ma sprovvista di titoli nobiliari. Crebbe per le strade di Napoli che preferiva alla frequenza scolastica: terminata a fatica la scuola elementare, fu mandato in un collegio, senza andare alle scuole superiori e a quattordici anni abbandonò gli studi.
Nel 1913/1914 debuttò in uno dei tanti teatri napoletani con lo pseudonimo di Cimizio di Clemente. All'inizio della guerra, si arruolò come volontario, ma si pentì e finse un infarto per rimanere dietro la linea del fronte.
Alla fine della guerra tornò in teatro: radunò la sua "banda" di attori come Eduardo e Peppino De Filippo, Cesare Bixio e iniziò a guadagnare un po' di notorietà grazie al suo particolare portamento e abbigliamento, che conservò per tutta la vita. Grazie alla fama ebbe diversi amori, ma tutti abbastanza tormentati.
In Italia l'avanspettacolo iniziò ad avere successo e lui, avendone capito le potenzialità, divenne impresario, finanziando la sua compagnia che tra il '33 e il '40 mise in scena diversi spettacoli. Nel 1933 si fece adottare dal marchese Francesco Maria Gagliardi, che gli trasmise i suoi titoli. Solo nel 1946, un anno dopo la morte del Principe De Curtis, il Tribunale di Napoli autorizzò Totò a fregiarsi del nome e del titolo.
Prolifico attore, lavorò non solo in teatro, ma anche al cinema con pellicole come I due orfanelli (1947) e Fifa e arena (1948) con cui ottenne il vero successo cinematografico. Seguirono altri film Totò cerca casa (1949), Totò sceicco (1950) e Napoli milionaria (1950). Nel 1951, per l'interpretazione del film Guardie e ladri ricevette il Nastro d'argento e la Maschera d'argento. In seguito fu il magnifico interprete di esilaranti pellicole, come Totò a colori (1952), primo film italiano a colori in cui propose la gag del "vagone letto", Miseria e nobiltà (1954), L'oro di Napoli (1954), Siamo uomini o caporali? (1955) e Totò, Peppino e la... malafemmina (1956), in cui c'è la memorabile scena della dettatura della lettera fra Totò e Peppino De Filippo. Lavorò con grandi registi come Lattuada e Pasolini, alternati a film più leggeri come I soliti ignoti (1958), Totò a Parigi (1958), Signori si nasce (1960), Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi (1960) e I due marescialli (1961). Con il regista Daniele Danza fu protagonista di Tutto Totò, serie di telefilm in cui fu riproposto il suo repertorio teatrale.
Quando morì, nel 1967, ebbe ben tre funerali, l'ultimo dei quali organizzato da un capoguappo del Rione Sanità con la bara vuota.
Frasi di Totò
Abbiamo un totale di 7 frasi.
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
Leggi le frasi di Totò
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
A proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare?
Leggi le frasi di Totò