Biografia di Simonide
Nazione: Grecia
Simonide nacque nell'Isola di Ceo, Grecia nel 556 a.C. e morì ad Agrigento nel 468 a.C.. Fu un poeta lirico.
Noto per le sue liriche, le elegie e gli epigrammi; era uno zio del poeta lirico greco Bacchilide. Iniziò a scrivere poesie a Ceos, ma fu presto chiamato alla corte dei Pisistratidi (i tiranni di Atene), che nel VI secolo a.C. era un vivace centro culturale e artistico.
Visse ad Atene dopo la caduta della tirannia peisistratide e la fondazione della democrazia. Lì era vicino a personaggi importanti, tra cui il politico e stratega navale Temistocle, e ottenne numerosi successi nelle gare ditirambiche (un poeta successivo gli attribuì 57 vittorie). In questa gara, il poeta fu scelto tra poeti celebri come Eschilo per comporre i versi elegiaci che commemorano i caduti della battaglia di Maratona. Celebrò le vittorie greche delle guerre persiane, compreso un famoso encomio per i caduti spartani alle Termopili. Mantenne stretti legami con il generale e reggente spartano Pausania. Si recò in Sicilia come ospite delle corti di Ierone I, tiranno di Siracusa, e di Terone, tiranno di Acragas; la tradizione vuole che lui e Bacchilide fossero rivali di Pindaro. Si dice che abbia riconciliato i due tiranni quando litigarono.
Dell'ampio corpus letterario rimangono solo frammenti, per lo più brevi. Ci sono molti epigrammi scritti in distici elegiaci destinati a essere incisi su monumenti per celebrare una morte, una vittoria o altre azioni degne di essere ricordate. I threnoi, canti di lamentazione usati per i funerali, erano particolarmente famosi nell'antichità - come dimostrano gli elogi dei poeti Catullo e Orazio e dell'educatore Quintiliano - perché mostravano un'abilità geniale nel combinare una poesia toccante con l'elogio del defunto. Svolse un ruolo importante nello sviluppo dell'epinicio, un canto in onore di una vittoria atletica. Fu l'autore della prima epinicio di cui sono certi la data (520 a.C.) e il vincitore (Glauco di Caristo, per il pugilato maschile). I frammenti mostrano un tono epinicio che contrasta con l'alta serietà di Pindaro, poiché egli elogia il vincitore con riferimenti ironici e umoristici. Fu noto per la sua tendenza alla concisione e al rifiuto della prolissità. Definiva la poesia come immagine parlante e la pittura come poesia muta.
Si presuppone sia morto nella città sicula in età avanzata. Nel 1992 sono stati pubblicati nuovi frammenti papiracei delle sue elegie, tra cui alcune parti di un lungo componimento sulla battaglia di Plataea (479 a.C.), in cui si sottolinea il ruolo decisivo degli Spartani. I frammenti comprendono anche opere pederastiche e poesie destinate ai simposi.
Noto per le sue liriche, le elegie e gli epigrammi; era uno zio del poeta lirico greco Bacchilide. Iniziò a scrivere poesie a Ceos, ma fu presto chiamato alla corte dei Pisistratidi (i tiranni di Atene), che nel VI secolo a.C. era un vivace centro culturale e artistico.
Visse ad Atene dopo la caduta della tirannia peisistratide e la fondazione della democrazia. Lì era vicino a personaggi importanti, tra cui il politico e stratega navale Temistocle, e ottenne numerosi successi nelle gare ditirambiche (un poeta successivo gli attribuì 57 vittorie). In questa gara, il poeta fu scelto tra poeti celebri come Eschilo per comporre i versi elegiaci che commemorano i caduti della battaglia di Maratona. Celebrò le vittorie greche delle guerre persiane, compreso un famoso encomio per i caduti spartani alle Termopili. Mantenne stretti legami con il generale e reggente spartano Pausania. Si recò in Sicilia come ospite delle corti di Ierone I, tiranno di Siracusa, e di Terone, tiranno di Acragas; la tradizione vuole che lui e Bacchilide fossero rivali di Pindaro. Si dice che abbia riconciliato i due tiranni quando litigarono.
Dell'ampio corpus letterario rimangono solo frammenti, per lo più brevi. Ci sono molti epigrammi scritti in distici elegiaci destinati a essere incisi su monumenti per celebrare una morte, una vittoria o altre azioni degne di essere ricordate. I threnoi, canti di lamentazione usati per i funerali, erano particolarmente famosi nell'antichità - come dimostrano gli elogi dei poeti Catullo e Orazio e dell'educatore Quintiliano - perché mostravano un'abilità geniale nel combinare una poesia toccante con l'elogio del defunto. Svolse un ruolo importante nello sviluppo dell'epinicio, un canto in onore di una vittoria atletica. Fu l'autore della prima epinicio di cui sono certi la data (520 a.C.) e il vincitore (Glauco di Caristo, per il pugilato maschile). I frammenti mostrano un tono epinicio che contrasta con l'alta serietà di Pindaro, poiché egli elogia il vincitore con riferimenti ironici e umoristici. Fu noto per la sua tendenza alla concisione e al rifiuto della prolissità. Definiva la poesia come immagine parlante e la pittura come poesia muta.
Si presuppone sia morto nella città sicula in età avanzata. Nel 1992 sono stati pubblicati nuovi frammenti papiracei delle sue elegie, tra cui alcune parti di un lungo componimento sulla battaglia di Plataea (479 a.C.), in cui si sottolinea il ruolo decisivo degli Spartani. I frammenti comprendono anche opere pederastiche e poesie destinate ai simposi.
Frasi di Simonide
Abbiamo un totale di 3 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
Leggi le frasi di Simonide
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
Senza il piacere neppure la vita degli dei ci desterebbe invidia.
Leggi le frasi di Simonide