Frasi di Paolo Sorrentino



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Nessuno, come gli Italiani, sa organizzare così bene le tempeste dentro ai bicchieri d'acqua.

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Sedurre è come scrivere una bella canzone, tutto tecnica e ritmo, tecnica e ritmo. Il talento dell'ironia è una freccia supplementare che non sempre potete avere al vostro arco.

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Non sopporto niente e nessuno. Neanche me stesso. Soprattutto me stesso. Solo una cosa sopporto. La sfumatura.

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Chi l'ha inventata la vita? Un sadico. Fatto di coca tagliata malissimo.

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Lei e le sue amiche si prodigano ai fornelli per i loro uomini, non perché li amano ma perché temono l'inenarrabile confronto sempre in agguato che gli uomini possono fare tra mogli e madri. È questa competitività all'ultimo sangue fra mogli e suocere che salda la Repubblica italiana e tiene uniti i matrimoni, che vi credete!

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Se cominci a dare un senso alle cose, significa che stai invecchiando.

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La prostata è il grosso problema dell'anziano moderno.

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Sentirsi come i gatti, che vivono beati perché non se ne fregano un cazzo di nessuno, badano solo alla ricerca della loro posizione perfetta e soddisfacente sul territorio. Per questo sono così odiosi i gatti. Hanno risolto il problema senza neanche conoscerlo. Un privilegio inaccessibile agli esseri umani.

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I geni sono quelle persone che ci stai a fianco senza nessuno sforzo. Ecco chi sono i geni.

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C'è una tensione così indescrivibile che veramente confina con l'umidità.

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Tutte le casalinghe del mondo possono trovare le parole giuste per impiccarvi. Perché hanno un sacco di tempo libero per raccattare le parole giuste. Che penetrano e sprofondano.

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In effetti, la decadenza del mondo non è forse cominciata a partire da quel cazzo di crème caramel? Poi siamo precipitati nel risotto allo champagne, inghiottiti da pennette alla vodka, addirittura il maltagliato al profumo di rosa, consegnandoci al fallimento lucido, lineare. Il mondo cambia a seconda dei menu, e noi che non ce ne rendiamo conto.

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Se a Sinatra la voce l'ha mandata il signore, allora a me, più modestamente, l'ha mandata San Gennaro.

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Se non rivolgete la parola a nessuno e avete un po' di pazienza vedrete che si avvicineranno loro, come grappoli d'uva cadenti, morenti dalla voglia di fare una sola cosa, mettervi sul piedistallo. La sudditanza è miliardi di volte più comoda del piglio decisionale, però è più noiosa, pochi dubbi su questo.

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Io ci ho un debole per gli uomini che non hanno nulla da perdere. Sono i nuovi bambini, pur di giocare un'altra mezzoretta sarebbero pronti a vendersi la madre. Eccedono, gli uomini che non hanno nulla da perdere, fino alla nausea. Ma la differenza tra me e il resto del mondo è che io, dentro alla nausea, ci sto una meraviglia. Non la vivo come un problema, la nausea. Per questo sono inadatto al mondo. Per questo sono solo. (p. 223)

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Solo i figli piccoli sanno difendere le madri. Con una goffaggine che li rende potentissimi. E invincibili.

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Quando la notte ti acchiappa veramente, venirne fuori è come combattere coi leoni, coi ragni giganti.

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A casa tengo un pianoforte a coda bianco, lampade, divani in pelle nera, tavoli e tavolini di cristallo, lampadari, porcellane di Capodimonte che sono la mia passione e tengo pure mia moglie. Un soprammobile di troppo.

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Non fate gli schizzinosi, amici cittadini, non cercate di forzare la natura, non fate gli evoluti del cazzo, non fate parlare i quattro libri noiosi e rilegati male che avete letto, la rissa è oggettivamente un cosa meravigliosa, è meglio di una scopata con la Carrà all'apice della sua comunicativa sessuale, quando si proponeva di darla da Trieste in giù. Chi dice il contrario sul concetto di rissa, è un imbottito di psicoanalisi e progresso che non andrà molto lontano. Neanche se tiene Freud come medico della mutua. La rissa è bella. La rissa è stupefacente. La rissa è la rissa.

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Hanno tutti ragione. È in base a questo principio elementare che prospera il benessere e il conto corrente.

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Gli uomini si dividono in due categorie: quelli che si mettono comodi. E appassiscono. E gli altri. Io faccio parte degli altri.

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Preparati, atletici e testardi come i giovanotti del battaglione San Marco. Sanno fare tutto, gli scarafaggi. Tutti gli sport e tutte le guerre. Ma che cazzo sono questi qui? Io non lo so. Campioni di decathlon. Il giorno che li inviteranno e partecipare alle olimpiadi, i neri di Chicago avranno gli attacchi di panico. Lo scarafaggio sa fare tutto. Lo scarafaggio di Manaus è dio. Senza iperboli.

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L'amore è l'insostituibilità.

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La distrazione. La massima invenzione dell'essere umano per continuare a tirare avanti. Per fingere di essere quello che non siamo. Adatti al mondo.

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Il bluff è il motore della nostra seduzione. Ma un bluff col sapore della verosimiglianza. Niente Goldrake del cazzo e Fantastici Quattro.

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Ci vuole la morte negli zigomi per capire veramente le cose.

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È la sciatica, questa mignotta di seconda fascia.

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Alberto non ha concesso al prossimo l'unica cosa che ti consente di fronteggiare il mondo: il tempo.




Biografia di Paolo Sorrentino