Biografia di Alberto Sordi
Nazione: Italia
Alberto Sordi nacque il 15 giugno 1920 a Roma, dove morì il 24 febbraio 2003. Fu un attore, regista, comico, sceneggiatore, compositore, cantante e doppiatore.
Il padre, Pietro Sordi, era direttore d'orchestra e concertista presso il teatro dell'opera di Roma; la madre era Maria Righetti, insegnante di scuola elementare. Iniziò a lavorare in campo artistico con alcuni lavori come comparsa, nel teatro di rivista, nei programmi radiofonici popolari grazie ai quali iniziò a farsi conoscere e lavorando come doppiatore: fu la voce italiane di Oliver Hardy, l'indimenticato Ollio dal 1939.
Nel 1942 iniziò a lavorare in teatro e nel mondo della rivista di varietà, un tipo di spettacolo che gli italiani durante e dopo la guerra avevano piacere di fruire. Nel 1945 prese parte alla rivista Imputati Alziamoci! di Michele Galdieri ed il suo nome apparve con caratteri da star nelle locandine e nei manifesti dello spettacolo. Nel 1948 debuttò alla neonata EIAR (la futura RAI) grazie alla scrittrice Alba de Cespedes, che conduceva un programma radiofonico di cui fu anche autore dal titolo Vi parla Alberto Sordi. Contestualmente incise anche per la Fonit alcune canzoni leggere, da lui scritte, tra cui Nonnetta, Il carcerato, Il gatto e Il milionario.
In questo periodo nacquero anche personaggi come il signor Coso, Mario Pio ed il conte che furono alla base della sua grande popolarità e che gli permisero d'interpretare, nel 1951, Mamma mia, che impressione! di Roberto Savarese. Il 1951 fu l'anno del salto di qualità: dalle riviste e i film leggeri iniziò a interpretare personaggi più importanti, diretto da Fellini, che lo scelse per la parte del divo dei fotoromanzi ne Lo sceicco bianco, conseguendo un gran successo di pubblico. L'amore per il teatro non venne offuscato da quello per il set cinematografico e continuò le sue rappresentazioni a fianco di Wanda Osiris, Garinei e Giovannini e altri grandi nomi del teatro nostrano. Nel 1953 Fellini richiamò Sordi per interpretare I vitelloni, acclamato sia dalla critica, sia dal pubblico: l'attore inventò una caratterizzazione che divenne protagonista di molti suoi film, ovvero l'ometto presuntuoso, malizioso ed ingenuo allo stesso tempo. Sordi divenne così una delle stelle più presenti nel cinema: nel 1954 fu presente in tredici film fra cui Un americano a Roma di Steno, grazie al quale a Kansas City, ricevette le chiavi della città e la carica di Governatore onorario per la propaganda favorevole all'America sostenuta dal suo personaggio. Nello stesso anno vinse il Nastro d'argento come miglior attore non protagonista per I vitelloni.
La fama e la bravura dell'attore continuarono a crescere finché arrivò al massimo splendore negli anni Sessanta, il periodo d'oro della commedia all'italiana: riuscì a dare vita a personaggi particolari, quasi sempre negativi, con l'intento di evidenziare i peggiori difetti degli italiani. Nel 1994 sceneggiò, diresse e interpretò Nestore - L'ultima corsa, che fu scelto dal Ministero della Pubblica Istruzione per promuovere una campagna di sensibilizzazione sulle problematiche degli anziani e del rispetto degli animali. L'anno successivo al Festival del Cinema di Venezia, dove viene presentato Romanzo di un giovane povero di Ettore Scola, ricevette il Leone d'oro alla carriera. Nel 1999 vinse il David di Donatello per i sessant'anni di carriera; l'anno successivo, in occasione dei suoi 80 anni, il sindaco di Roma, Francesco Rutelli, gli diede per un giorno lo scettro della città.
Fu insignito di parecchi riconoscimenti per pellicole come La grande guerra, Tutti a casa e molti altri. Riuscì anche a ricevere il David di Donatello come regista per il film Fumo di Londra. Gli furono assegnati riconoscimenti accademici: nel 2002 ricevette due lauree honoris causa dallo IULM di Milano e dall'Università di Salerno. Fu uno dei più importanti attori del cinema italiano, recitando in 160 film ed è tutt'oggi considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all'italiana.
Nel 2003 alutò per sempre il palco del teatro della vita, dopo una grave malattia durata sei mesi.
Il padre, Pietro Sordi, era direttore d'orchestra e concertista presso il teatro dell'opera di Roma; la madre era Maria Righetti, insegnante di scuola elementare. Iniziò a lavorare in campo artistico con alcuni lavori come comparsa, nel teatro di rivista, nei programmi radiofonici popolari grazie ai quali iniziò a farsi conoscere e lavorando come doppiatore: fu la voce italiane di Oliver Hardy, l'indimenticato Ollio dal 1939.
Nel 1942 iniziò a lavorare in teatro e nel mondo della rivista di varietà, un tipo di spettacolo che gli italiani durante e dopo la guerra avevano piacere di fruire. Nel 1945 prese parte alla rivista Imputati Alziamoci! di Michele Galdieri ed il suo nome apparve con caratteri da star nelle locandine e nei manifesti dello spettacolo. Nel 1948 debuttò alla neonata EIAR (la futura RAI) grazie alla scrittrice Alba de Cespedes, che conduceva un programma radiofonico di cui fu anche autore dal titolo Vi parla Alberto Sordi. Contestualmente incise anche per la Fonit alcune canzoni leggere, da lui scritte, tra cui Nonnetta, Il carcerato, Il gatto e Il milionario.
In questo periodo nacquero anche personaggi come il signor Coso, Mario Pio ed il conte che furono alla base della sua grande popolarità e che gli permisero d'interpretare, nel 1951, Mamma mia, che impressione! di Roberto Savarese. Il 1951 fu l'anno del salto di qualità: dalle riviste e i film leggeri iniziò a interpretare personaggi più importanti, diretto da Fellini, che lo scelse per la parte del divo dei fotoromanzi ne Lo sceicco bianco, conseguendo un gran successo di pubblico. L'amore per il teatro non venne offuscato da quello per il set cinematografico e continuò le sue rappresentazioni a fianco di Wanda Osiris, Garinei e Giovannini e altri grandi nomi del teatro nostrano. Nel 1953 Fellini richiamò Sordi per interpretare I vitelloni, acclamato sia dalla critica, sia dal pubblico: l'attore inventò una caratterizzazione che divenne protagonista di molti suoi film, ovvero l'ometto presuntuoso, malizioso ed ingenuo allo stesso tempo. Sordi divenne così una delle stelle più presenti nel cinema: nel 1954 fu presente in tredici film fra cui Un americano a Roma di Steno, grazie al quale a Kansas City, ricevette le chiavi della città e la carica di Governatore onorario per la propaganda favorevole all'America sostenuta dal suo personaggio. Nello stesso anno vinse il Nastro d'argento come miglior attore non protagonista per I vitelloni.
La fama e la bravura dell'attore continuarono a crescere finché arrivò al massimo splendore negli anni Sessanta, il periodo d'oro della commedia all'italiana: riuscì a dare vita a personaggi particolari, quasi sempre negativi, con l'intento di evidenziare i peggiori difetti degli italiani. Nel 1994 sceneggiò, diresse e interpretò Nestore - L'ultima corsa, che fu scelto dal Ministero della Pubblica Istruzione per promuovere una campagna di sensibilizzazione sulle problematiche degli anziani e del rispetto degli animali. L'anno successivo al Festival del Cinema di Venezia, dove viene presentato Romanzo di un giovane povero di Ettore Scola, ricevette il Leone d'oro alla carriera. Nel 1999 vinse il David di Donatello per i sessant'anni di carriera; l'anno successivo, in occasione dei suoi 80 anni, il sindaco di Roma, Francesco Rutelli, gli diede per un giorno lo scettro della città.
Fu insignito di parecchi riconoscimenti per pellicole come La grande guerra, Tutti a casa e molti altri. Riuscì anche a ricevere il David di Donatello come regista per il film Fumo di Londra. Gli furono assegnati riconoscimenti accademici: nel 2002 ricevette due lauree honoris causa dallo IULM di Milano e dall'Università di Salerno. Fu uno dei più importanti attori del cinema italiano, recitando in 160 film ed è tutt'oggi considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all'italiana.
Nel 2003 alutò per sempre il palco del teatro della vita, dopo una grave malattia durata sei mesi.
Frasi di Alberto Sordi
Abbiamo un totale di 6 frasi.
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Gli italiani si governano da soli.
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