Biografia di Pitigrilli

 Pitigrilli
Nazione: Italia    
Dino Segre, in arte Pitigrilli, nacque a Torino il 9 maggio 1893 e morì sempre a Torino il giorno 8 maggio 1975. Fu scrittore, giornalista e aforista.

Appartenente a una famiglia ebrea benestante, trascorse la sua giovinezza in un ambiente colto e cosmopolita. Quando era ancora un bambino, chiese alla madre di che animale fosse la pelliccia del suo cappotto. Lei ripose col termine francese "petit-gris" che indicava lo scoiattolo siberiano. La pronuncia, "petìgrì", gli piacque e successivamente la utilizzò come pseudonimo italianizzandolo in 'Pitigrilli'.

Dopo gli studi classici, si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza, ma il suo interesse per il giornalismo prevalse. Nel 1913, iniziò la sua carriera lavorando per varie testate giornalistiche torinesi. Nel corso degli anni, sviluppò un talento distintivo per lo stile satirico e caustico, caratteristiche che avrebbero contraddistinto le sue opere successive.

Durante la Prima Guerra Mondiale, Pitigrilli prestò servizio come ufficiale di artiglieria. Al termine del conflitto, iniziò a scrivere romanzi e racconti. Nel 1921, pubblicò il suo primo lavoro, Cocaina, che suscitò scalpore per la sua audacia e provocazione.
Nel resto degli anni '20, continuò a scrivere opere che esploravano temi controversi e tabù della società. Tuttavia, fu con il romanzo Dalmazzo (1923) che ottenne un grande successo. Il libro, con la sua trama intrigante e la critica sociale tagliente, consolidò la sua reputazione come uno degli scrittori più provocatori del suo tempo.

Nel luglio del 1924 fondò a Torino la rivista Le grandi firme e nel 1925, si trasferì a Parigi, dove mantenne contatti con artisti e intellettuali dell'epoca. La sua esperienza parigina influenzò la sua produzione letteraria, conferendole una prospettiva cosmopolita e moderna.
Con l'ascesa del fascismo in Italia, la sua opera critica e satirica cominciò a scontrarsi con il regime e una parte del pubblico considerava i suoi lavori "un pozzo nero di immoralità". Nel 1931 si sposò al Consolato Italiano di Parigi con una ragazza ebrea figlia di un industriale tessile. Cinque anni dopo si sposò anche con Lina Furlan, prima donna avvocato penalista d'Italia. A lei si era rivolto per cercare di far esentare il figlio dalle leggi razziali fasciste. Con quel matrimonio, per la legge italiana era considerato bigamo, e solo alla morte della prima moglie potè sposare la seconda anche con rito religioso.

Nel 1938, proprio a seguito delle leggi razziali fasciste, fu costretto a lasciare l'Italia a causa delle sue origini ebraiche. Si trasferì prima in Francia e successivamente negli Stati Uniti, dove continuò a scrivere e collaborare con importanti testate giornalistiche.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1948, si trasferì in Argentina e vi rimase per dieci anni. Poi tornò in Europa, sempre a Parigi, con sporadiche puntate in Italia e continuò a scrivere e lavorare nel campo del giornalismo, ma le voci secondo le quali fosse un informatore segreto dell'OVRA (la polizia segreta fascista) non gli permisero di raggiungere mai più lo stesso livello di notorietà che aveva goduto negli anni precedenti.
Fu durante uno dei viaggi in patria per visitare la famiglia che morì proprio il giorno prima del suo compleanno.


Frasi di Pitigrilli

Abbiamo un totale di 2 frasi.
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.

Non c'è da vergognarsi a cambiare idea ogni giorno:
per cambiare idea bisogna aver idee di ricambio.


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