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Pure la felicità ha bisogno di un certo oblio di se stessi e di dire, con Nietzsche, "che cosa importa di me!".
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History shows that it is not only senseless and cruel, but also difficult to state who is a foreigner.
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Nell'alienazione universale l'unica autenticità possibile è quella riflessa e relativa.
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La letteratura insegna a varcare i limiti, ma consiste nel tracciare i limiti, senza i quali non può esistere nemmeno la tensione a superarli.
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Scrivere significa sapere di non essere nella Terra Promessa e di non potervi arrivare mai, ma continuare tenacemente il cammino nella sua direzione, attraverso il deserto.
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Si può avere o non avere la fede, ma la ragione non consiste nell'averla o non nell'averla, bensì nel modo in cui si articola.
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Ogni viaggio è una resistenza alla privazione, perché si viaggia non per arrivare ma per viaggiare e fra gli indugi brilla il puro presente.
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La storia dimostra che non solo è insensato e crudele, ma è anche difficile, stabilire chi sia uno straniero.
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Io penso che le frontiere vadano superate, ma anche mantenute assieme alla propria identità. Un modo corretto di viverle è sentirsi anche dall'altra parte.
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Mettersi a tavola è un modo di far ordine, di arginare il caos, di dedicare alla nostra carne, fragile, peritura e destinata a corrompersi, l'attenzione e il rispetto che essa, in alcuni momenti "gloriosa", come dice la fede, merita.
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La prima frontiera che l'uomo supera, è quando lascia il padre e la madre. Ma non li rinnega. Io non difendo la diaspora, però credo che lì si sia formata la resistenza interiore, la capacità che ha fatto dell'ebreo il simbolo dell'universale umano.
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La letteratura è un continuo viaggio fra la scrittura diurna e quella notturna, in cui uno scrittore ascolta e ripete ciò che dicono i suoi demoni.