Biografia di Rosario Livatino

Rosario Angelo Livatino nacque a Canicattì (AG) il 3 ottobre 1952 e morì in un attentato ad Agrigento il 21 settembre 1990. Fu un magistrato.

Cresciuto in una famiglia cattolica, ha manifestato fin da giovane un forte senso di giustizia e un impegno per la legalità.
Studiò giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e si laureò nel 1975. Successivamente, superò l'esame di abilitazione forense e si iscrisse all'Albo degli Avvocati.

Nel 1980, Livatino superò l'esame di magistratura e iniziò la sua carriera come giudice a Gela, in provincia di Caltanissetta. Dimostrò subito una ferma volontà di combattere la criminalità organizzata, in particolare la mafia.
Nel corso della sua carriera, Livatino distinse per la sua integrità, il suo coraggio e il suo impegno nell'applicare la legge senza paura delle conseguenze. Ricevette spesso minacce dalla mafia, ma continuò a perseguire la giustizia con determinazione.

Livatino divenne un simbolo della lotta contro la mafia in Sicilia. Svolse un ruolo chiave in numerosi processi contro membri di Cosa Nostra. La sua attività giudiziaria e il suo impegno per l'onestà lo resero un obiettivo per la criminalità organizzata.

Il 21 settembre 1990, a soli 38 anni, Rosario Livatino fu tragicamente assassinato dalla mafia mentre si recava al lavoro. La sua morte fu un duro colpo per il sistema giudiziario italiano e suscitò indignazione a livello nazionale.
La morte di Livatino rafforzò la determinazione dell'Italia nella lotta contro la mafia e portò a un maggiore impegno per contrastare il crimine organizzato.

La figura di Rosario Livatino è stata riconosciuta come un esempio di coraggio, integrità e dedizione alla giustizia. Nel 1993, venne proclamato "Servo di Dio" dalla Chiesa cattolica, il primo passo nel processo di beatificazione.
Nel 2020, fu annunciato che Rosario Livatino sarebbe stato proclamato beato, riconoscimento che avvenne il 9 maggio 2021 ad Agrigento.