Biografia di Rita Levi-Montalcini
Nazione: Italia
Rita Levi-Montalcini nacque a Torino il 22 aprile 1909 e morì a Roma il 30 dicembre 2012. Fu neurologa, accademica e senatrice.
Nata in una famiglia ebrea, insieme alla gemella Paola, da genitori molto colti, visse l'infanzia e l'adolescenza in un ambiente sereno dove, però, la personalità del padre era forte e conservatrice. Nonostante questo Rita decise di studiare medicina e quindi iniziò a studiare il sistema nervoso con l'istologo Giuseppe Levi, il quale si rivelò un formidabile insegnante, se si pensa che come compagni di studi Rita aveva Salvatore Luria, premio Nobel per la medicina nel 1969 e Renato Dulbecco, anche lui Nobel per la medicina nel 1975. Si laureò col massimo dei voti nel 1936.
Nel 1938, in seguito alle leggi razziali, dovette emigrare in Belgio, dove già si trovava il suo insegnante Giuseppe. Quando i nazisti invasero il Belgio, tornò a Torino dove proseguì gli studi in un laboratorio improvvisato in casa, con Giuseppe Levi come assistente. Qui i due scoprirono un meccanismo di morte cellulare cosiddetta programmata e che fu ribattezzato apoptosi nel 1972 da altri tre scienziati. Durante la guerra però dovette sfollare da Torino a causa dei bombardamenti e potè farvi ritorno solo nel 1945, dove Rita e Giuseppe ripresero gli studi.
Nel 1946 venne invitata a St. Louis, negli Stati Uniti, da Viktor Hamburger, i cui studi erano stati oggetti di verifica da parte di Rita e Giuseppe. Quello che doveva essere un soggiorno temporaneo di un anno, divenne poi una carriera trentennale. Nei primi anni '50, Rita e il suo assistente Stanley Cohen scoprirono una molecola proteica che successivamente venne battezzata col nome di Nerve Growth Factor (NGF).
Durante quegli anni lavorò assiduamente anche in Italia, per esempio come direttrice del Centro di Ricerche di neurobiologia del CNR dal 1961 al 1969 e come direttrice del Laboratorio di Biologia cellulare dal 1969 al 1979. Ricoprì poi il ruolo di guest professor per altri 10 anni.
Nel 1986 venne insignita del premio Nobel, insieme a Cohen, per la scoperta del NGF e l'anno successivo ricevette da Ronald Reagan la più alta onorificenza del mondo scientifico statunitense, la National Medal of Science.
Anche se può sembrare una storia di quelle narrate da Carlo Lucarelli, vale la pena di ricordare che il premio Nobel a Rita Levi Montalcini fu contestato da Duilio Poggiolini, lo stesso Poggiolini, ex direttore generale del servizio farmaceutico nazionale del Ministero della Sanità che nel 1993 venne arrestato a Losanna, in Svizzera, per tutta una serie di accuse legate a manipolazioni e tangenti nelle procedure di gestione del servizio sanitario, in favore di grandi aziende farmaceutiche. Poggiolini era scappato, ma fu arrestato e condannato in via definitiva dopo che furono trovati 15 miliardi di lire su un conto svizzero intestato alla moglie e svariati miliardi di gioielli, dipinti antichi e lingotti d'oro, alcuni nascosti dentro a materassi e divani, tanto che gli inquirenti impiegarono 12 ore a catalogarli tutti. Lo steso Poggiolini fu anche indagato per epidemia colposa, in quanto favorì l'immissione sul mercato di emoderivati, poi rivelatisi infetti, senza far eseguire i dovuti controlli. A seguito di trasfusioni con tale materiale, centinaia di persone vennero contagiate dall'AIDS.
Fra le varie onorificienze guadagnate da Rita nel corso degli anni ci sono anche diverse lauree honoris causa e il fatto di essere ammessa alla Royal Society di Londra nel 1995. Nel 2001, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi la nominò senatrice a vita, ruolo che ricoprì fino alla sua morte nel 2012.
Nata in una famiglia ebrea, insieme alla gemella Paola, da genitori molto colti, visse l'infanzia e l'adolescenza in un ambiente sereno dove, però, la personalità del padre era forte e conservatrice. Nonostante questo Rita decise di studiare medicina e quindi iniziò a studiare il sistema nervoso con l'istologo Giuseppe Levi, il quale si rivelò un formidabile insegnante, se si pensa che come compagni di studi Rita aveva Salvatore Luria, premio Nobel per la medicina nel 1969 e Renato Dulbecco, anche lui Nobel per la medicina nel 1975. Si laureò col massimo dei voti nel 1936.
Nel 1938, in seguito alle leggi razziali, dovette emigrare in Belgio, dove già si trovava il suo insegnante Giuseppe. Quando i nazisti invasero il Belgio, tornò a Torino dove proseguì gli studi in un laboratorio improvvisato in casa, con Giuseppe Levi come assistente. Qui i due scoprirono un meccanismo di morte cellulare cosiddetta programmata e che fu ribattezzato apoptosi nel 1972 da altri tre scienziati. Durante la guerra però dovette sfollare da Torino a causa dei bombardamenti e potè farvi ritorno solo nel 1945, dove Rita e Giuseppe ripresero gli studi.
Nel 1946 venne invitata a St. Louis, negli Stati Uniti, da Viktor Hamburger, i cui studi erano stati oggetti di verifica da parte di Rita e Giuseppe. Quello che doveva essere un soggiorno temporaneo di un anno, divenne poi una carriera trentennale. Nei primi anni '50, Rita e il suo assistente Stanley Cohen scoprirono una molecola proteica che successivamente venne battezzata col nome di Nerve Growth Factor (NGF).
Durante quegli anni lavorò assiduamente anche in Italia, per esempio come direttrice del Centro di Ricerche di neurobiologia del CNR dal 1961 al 1969 e come direttrice del Laboratorio di Biologia cellulare dal 1969 al 1979. Ricoprì poi il ruolo di guest professor per altri 10 anni.
Nel 1986 venne insignita del premio Nobel, insieme a Cohen, per la scoperta del NGF e l'anno successivo ricevette da Ronald Reagan la più alta onorificenza del mondo scientifico statunitense, la National Medal of Science.
Anche se può sembrare una storia di quelle narrate da Carlo Lucarelli, vale la pena di ricordare che il premio Nobel a Rita Levi Montalcini fu contestato da Duilio Poggiolini, lo stesso Poggiolini, ex direttore generale del servizio farmaceutico nazionale del Ministero della Sanità che nel 1993 venne arrestato a Losanna, in Svizzera, per tutta una serie di accuse legate a manipolazioni e tangenti nelle procedure di gestione del servizio sanitario, in favore di grandi aziende farmaceutiche. Poggiolini era scappato, ma fu arrestato e condannato in via definitiva dopo che furono trovati 15 miliardi di lire su un conto svizzero intestato alla moglie e svariati miliardi di gioielli, dipinti antichi e lingotti d'oro, alcuni nascosti dentro a materassi e divani, tanto che gli inquirenti impiegarono 12 ore a catalogarli tutti. Lo steso Poggiolini fu anche indagato per epidemia colposa, in quanto favorì l'immissione sul mercato di emoderivati, poi rivelatisi infetti, senza far eseguire i dovuti controlli. A seguito di trasfusioni con tale materiale, centinaia di persone vennero contagiate dall'AIDS.
Fra le varie onorificienze guadagnate da Rita nel corso degli anni ci sono anche diverse lauree honoris causa e il fatto di essere ammessa alla Royal Society di Londra nel 1995. Nel 2001, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi la nominò senatrice a vita, ruolo che ricoprì fino alla sua morte nel 2012.
Frasi di Rita Levi-Montalcini
Abbiamo un totale di 32 frasi.
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Meglio aggiungere vita ai giorni che non giorni alla vita.
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