Biografia di Paul Gauguin
Nazione: Francia
Eugène Henri Paul Gauguin nacque a Parigi il 7 giugno 1848 e morì a Hiva Oa, nelle Isole Marchesi il giorno 8 maggio 1903. Fu un pittore post-impressionista.
Il padre era un giornalista repubblicano e la madre aveva origini peruviane ed era figlia di una scrittrice molto nota (Flora Tristan): quando il clima francese iniziò a essere teso a causa delle ambizioni politiche di Napoleone III, il padre, sfruttando le origini peruviane della moglie, trasferì tutta la famiglia a Lima. Purtroppo morì durante il viaggio: questo però non compromise l'infanzia del piccolo Paul che trascorse serenamente nella capitale peruviana. Per motivi familiari la madre tornò con i figli a Orléans nel 1855 dove vennero ospitati dai parenti del marito. Per Paul fu un periodo difficile perché dovette riappropriarsi della lingua francese e per l'atmosfera familiare poco serena: unico raggio di sole era la presenza della madre, a cui rimarrà sempre legato.
Dopo aver studiato al Petit Séminaire di La Chapelle-Saint-Mesmin, vicino a Orléans, nel 1861 si trasferì a Parigi: la madre, che nel frattempo aveva intrecciato una relazione con un uomo d'affari peruviano, Gustave Arosa, si trovava lì a lavorare come sarta; visse questa situazione come avvilente e cercò di essere ammesso all'accademia navale di Parigi, ma fu rifiutato, così decise di arruolarsi come allievo pilota su un mercantile. Iniziò così a viaggiare per il mondo: purtroppo nel 1897 la madre morì improvvisamente. Tornò in patria per trovare la terribile accoglienza della guerra franco-prussiana: non trovando alternative, prese parte ai combattimenti.
Si avvicinò in questo periodo alle arti: importante fu la vicinanza dell'ex compagno della madre, Arosa, che lo aveva nominato tutore di Paul nel testamento. Gustave era un collezionista di opere di grandi pittori e grazie a lui iniziò a lavorare nella sua agenzia di cambio, dove si distinse per intuito e capacità.
Nel 1873 si sposò con Mette Gad, una giovane danese, che gli diede cinque figli; la passione per l'arte però iniziò a farsi sentire prepotentemente: anche Paul iniziò a investire i soldi in dipinti di Cézanne, Pissarro, Sisley, Monet e altri. Iniziò a dipingere dapprima con modesti risultati: quando conobbe Pissarro e, grazie a lui, anche Cézanne e Degas (il primo e l'ultimo furono anche suoi maestri e non solo di pittura), la sua arte pittorica crebbe tanto che iniziò a partecipare alle mostre impressioniste. La critica cominciò ad apprezzarlo al punto che Gaugin decise di dedicarsi all'arte anche perché nel 1883 l'azienda per cui lavorava dovette ridimensionarsi e lo licenziò. Pur tentando di guadagnarsi da vivere con le sue opere, non vi riuscì, incappando in grossi problemi finanziari: la moglie lo lasciò.
Cercò di fare lavori diversi, tra cui anche la produzione di ceramiche, ma fallì e decise di andare a vivere a Taboga, una sperduta isola panamense sperando in miglior fortuna, ma anche questa esperienza fu fallimentare; si trasferì a Martinica, dove finalmente prese forma il suo stile composto di pennellate brevi e colori luminosi e l'elemento 'selvaggio' che tanto amava. Grazie alla conoscenza di Théo van Gogh, fratello del celebre Vincent, raggiunse quest'ultimo ad Arles nel 1888: nonostante l'amicizia tra i due, Gauguin fu scioccato dall'episodio di rescissione dell'orecchio di Vincent, che venne per questo internato, tanto che scappò a Parigi. Qui, nel 1889 partecipò all'Exposition Universelle: nessuno dei pittori del suo gruppo ebbe fortuna e lui decise di andare a Tahiti, convinto di non tornare più in patria.
Nella capanna sulla spiaggia in cui visse, presero vita le sue opere più famose, tra cui Orana Maria, Aha oe feii? e Manao tupapau. La solitudine e la scarsità economica lo costrinsero a tornare in Francia: grazie a un aiuto economico di uno zio, pagò i suoi debiti e si dedicò alla sua arte, che aveva maturato un preciso stile esotico. Questa volta ebbe più fortuna: iniziò a farsi valere ed ebbe vicino a sé una donna originaria di Giava, Anna, che non esitò ad appropriarsi dei suoi soldi e abbandonarlo in ospedale dopo un'aggressione durante un viaggio dei due in Bretagna. Nel 1895 decise di vendere tutte le sue tele e andò a Papeete: inziò una relazione con una quattordicenne, che ebbe una figlia che morì dopo solo un anno; ricevette poi la notizia della morte dell'altra figlia in Danimarca: questa notizia lo spinse al suicidio, ma fallì anche in questo.
Riuscì a riprendersi: terminò un manoscritto L'Église catholique et les temps modernes, un velenoso attacco alla Chiesa cattolica, accusata di "falsificazioni e imposture", in quanto avrebbe tradito lo spirito originario del Cristianesimo; collaborò anche con il giornale satirico Les Guêpes, pubblicandovi articoli e vignette contro l'amministrazione coloniale francese, accusata di opprimere gli abitanti indigeni; in agosto pubblicò a sue spese un altro giornale satirico, Le Sourire, sempre polemizzando con le autorità e i loro soprusi.
Avendo la necessità di guadagnare, Gauguin si trasferì poi a Papeete dove lavorò, per sei franchi al giorno, come scrivano nel Ministero dei Lavori Pubblici, finché, con il denaro che gli era stato inviato dalla Francia grazie alla vendita dei suoi quadri, estinse i suoi debiti: lasciò l'impiego e tornò nella sua casa di Paunaania, dove Pahura, la sua compagna, diede alla luce Émile, l'ultimo dei suoi figli. Nel frattempo, dopo aver prodotto un'impressionante mole di dipinti, Gauguin sentì l'esigenza di ricercare ambienti esotici più stimolanti e per questo motivo approdò agli inizi del 1901 a Hiva Oa, nelle isole Marchesi: dopo un prolifico periodo a cui alternò la scrittura alle opere pittoriche, venne trovato morto nel suo letto nel 1903 a causa della sifilide.
Impressionista, post-impressionista, simbolista, espressionista: nel suo percorso artistico Gauguin venne accostato a più correnti, anche se in realtà non aderì mai del tutto a nessun gruppo. Come spesso accade, ebbe davvero fortuna dopo la sua morte: il suo genio e il suo estro influenzarono successivamente gli artisti di tutto il Novecento.
Il padre era un giornalista repubblicano e la madre aveva origini peruviane ed era figlia di una scrittrice molto nota (Flora Tristan): quando il clima francese iniziò a essere teso a causa delle ambizioni politiche di Napoleone III, il padre, sfruttando le origini peruviane della moglie, trasferì tutta la famiglia a Lima. Purtroppo morì durante il viaggio: questo però non compromise l'infanzia del piccolo Paul che trascorse serenamente nella capitale peruviana. Per motivi familiari la madre tornò con i figli a Orléans nel 1855 dove vennero ospitati dai parenti del marito. Per Paul fu un periodo difficile perché dovette riappropriarsi della lingua francese e per l'atmosfera familiare poco serena: unico raggio di sole era la presenza della madre, a cui rimarrà sempre legato.
Dopo aver studiato al Petit Séminaire di La Chapelle-Saint-Mesmin, vicino a Orléans, nel 1861 si trasferì a Parigi: la madre, che nel frattempo aveva intrecciato una relazione con un uomo d'affari peruviano, Gustave Arosa, si trovava lì a lavorare come sarta; visse questa situazione come avvilente e cercò di essere ammesso all'accademia navale di Parigi, ma fu rifiutato, così decise di arruolarsi come allievo pilota su un mercantile. Iniziò così a viaggiare per il mondo: purtroppo nel 1897 la madre morì improvvisamente. Tornò in patria per trovare la terribile accoglienza della guerra franco-prussiana: non trovando alternative, prese parte ai combattimenti.
Si avvicinò in questo periodo alle arti: importante fu la vicinanza dell'ex compagno della madre, Arosa, che lo aveva nominato tutore di Paul nel testamento. Gustave era un collezionista di opere di grandi pittori e grazie a lui iniziò a lavorare nella sua agenzia di cambio, dove si distinse per intuito e capacità.
Nel 1873 si sposò con Mette Gad, una giovane danese, che gli diede cinque figli; la passione per l'arte però iniziò a farsi sentire prepotentemente: anche Paul iniziò a investire i soldi in dipinti di Cézanne, Pissarro, Sisley, Monet e altri. Iniziò a dipingere dapprima con modesti risultati: quando conobbe Pissarro e, grazie a lui, anche Cézanne e Degas (il primo e l'ultimo furono anche suoi maestri e non solo di pittura), la sua arte pittorica crebbe tanto che iniziò a partecipare alle mostre impressioniste. La critica cominciò ad apprezzarlo al punto che Gaugin decise di dedicarsi all'arte anche perché nel 1883 l'azienda per cui lavorava dovette ridimensionarsi e lo licenziò. Pur tentando di guadagnarsi da vivere con le sue opere, non vi riuscì, incappando in grossi problemi finanziari: la moglie lo lasciò.
Cercò di fare lavori diversi, tra cui anche la produzione di ceramiche, ma fallì e decise di andare a vivere a Taboga, una sperduta isola panamense sperando in miglior fortuna, ma anche questa esperienza fu fallimentare; si trasferì a Martinica, dove finalmente prese forma il suo stile composto di pennellate brevi e colori luminosi e l'elemento 'selvaggio' che tanto amava. Grazie alla conoscenza di Théo van Gogh, fratello del celebre Vincent, raggiunse quest'ultimo ad Arles nel 1888: nonostante l'amicizia tra i due, Gauguin fu scioccato dall'episodio di rescissione dell'orecchio di Vincent, che venne per questo internato, tanto che scappò a Parigi. Qui, nel 1889 partecipò all'Exposition Universelle: nessuno dei pittori del suo gruppo ebbe fortuna e lui decise di andare a Tahiti, convinto di non tornare più in patria.
Nella capanna sulla spiaggia in cui visse, presero vita le sue opere più famose, tra cui Orana Maria, Aha oe feii? e Manao tupapau. La solitudine e la scarsità economica lo costrinsero a tornare in Francia: grazie a un aiuto economico di uno zio, pagò i suoi debiti e si dedicò alla sua arte, che aveva maturato un preciso stile esotico. Questa volta ebbe più fortuna: iniziò a farsi valere ed ebbe vicino a sé una donna originaria di Giava, Anna, che non esitò ad appropriarsi dei suoi soldi e abbandonarlo in ospedale dopo un'aggressione durante un viaggio dei due in Bretagna. Nel 1895 decise di vendere tutte le sue tele e andò a Papeete: inziò una relazione con una quattordicenne, che ebbe una figlia che morì dopo solo un anno; ricevette poi la notizia della morte dell'altra figlia in Danimarca: questa notizia lo spinse al suicidio, ma fallì anche in questo.
Riuscì a riprendersi: terminò un manoscritto L'Église catholique et les temps modernes, un velenoso attacco alla Chiesa cattolica, accusata di "falsificazioni e imposture", in quanto avrebbe tradito lo spirito originario del Cristianesimo; collaborò anche con il giornale satirico Les Guêpes, pubblicandovi articoli e vignette contro l'amministrazione coloniale francese, accusata di opprimere gli abitanti indigeni; in agosto pubblicò a sue spese un altro giornale satirico, Le Sourire, sempre polemizzando con le autorità e i loro soprusi.
Avendo la necessità di guadagnare, Gauguin si trasferì poi a Papeete dove lavorò, per sei franchi al giorno, come scrivano nel Ministero dei Lavori Pubblici, finché, con il denaro che gli era stato inviato dalla Francia grazie alla vendita dei suoi quadri, estinse i suoi debiti: lasciò l'impiego e tornò nella sua casa di Paunaania, dove Pahura, la sua compagna, diede alla luce Émile, l'ultimo dei suoi figli. Nel frattempo, dopo aver prodotto un'impressionante mole di dipinti, Gauguin sentì l'esigenza di ricercare ambienti esotici più stimolanti e per questo motivo approdò agli inizi del 1901 a Hiva Oa, nelle isole Marchesi: dopo un prolifico periodo a cui alternò la scrittura alle opere pittoriche, venne trovato morto nel suo letto nel 1903 a causa della sifilide.
Impressionista, post-impressionista, simbolista, espressionista: nel suo percorso artistico Gauguin venne accostato a più correnti, anche se in realtà non aderì mai del tutto a nessun gruppo. Come spesso accade, ebbe davvero fortuna dopo la sua morte: il suo genio e il suo estro influenzarono successivamente gli artisti di tutto il Novecento.
Frasi di Paul Gauguin
Abbiamo un totale di 6 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Innanzi tutto, l'emozione! Soltanto dopo la comprensione!
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