Biografia di Geronimo
Nazione: Messico
GoyaaĆé (detto Geronimo) nacque ad Arizpe, Messico il 16 giugno 1829 e morì a Fort Sill, Oklahoma, USA il 17 febbraio 1909. Fu uno dei più famosi condottieri e capi Apache.
Nacque nel gruppo tribale dei Bedonkohe Ndendahe, che era stanziato vicino al fiume Gila. Divenne sciamano e guerriero: per generazioni gli Apache hanno resistito alla colonizzazione della loro terra nel sud-ovest dagli spagnoli e dai bianchi del nord America e lui continuò la triste tradizione degli antenati fin da quando venne ammesso nel consiglio dei guerrieri nel 1846; combatté frequentemente contro le truppe messicane, che gli sterminarono la famiglia nel 1858. Fu soprannominato dal suo popolo "il Sognatore" perché asseriva di essere in grado di vedere il futuro; effettivamente, Geronimo fu, insieme al Cibecue Coyotero Nakai-doklini, il diyin (termine che indicava una persona 'sacra', quasi soprannaturale) più stimato nella seconda metà del secolo XIX. I suoi avversari messicani gli diedero invece il soprannome di "Geronimo", un nome di origine greca in uso anche in lingua spagnola e lingua italiana.
Nel 1874 circa 4.000 Apache vennero dislocati forzatamente dalle autorità statunitensi in una riserva nell'Arizona centrale, a San Carlos, una terra arida e desolata, dove si stentava a vivere. Privati dei tradizionali diritti tribali, con poco cibo a disposizione e nostalgia di casa, si rivolsero a Geronimo e ad altri capi che li guidarono nelle depredazioni: iniziò un periodo di spargimenti di sangue che contribuirono a creare terrore e una cattiva reputazione dei pellerossa, che agivano spinti dalla fame.
Le forze di Geronimo divennero l'ultimo grande gruppo di combattimento di nativi americani che si rifiutò di riconoscere il governo degli Stati Uniti sul territorio. Questa lotta giunse a termine il 4 settembre 1886, quando Geronimo si arrese al tenente Charles B. Gatewood (che aveva conquistato il suo rispetto anni prima): a Cañón de Los Embudos a Sonora. Vicino al confine, tuttavia, temendo che lui e i suoi uomini sarebbero stati assassinati non appena entrati nel territorio degli Stati Uniti, il piccolo gruppo fuggì. Dopo cinque mesi di inseguimenti e l'impiego di oltre 5000 soldati, il condottiero venne rintracciato nelle montagne di Sonora e gli venne fatta la proposta dal generale Nelson Miles dell'esercito statunitense a Skeleton Canyon: un esilio indefinito in Florida e poi il ritorno in Arizona. Invece tutti i pellerossa catturati furono mandati ai lavori forzati a a Fort Pickens, in Florida. Nel 1894 venne trasferito a Fort Sill, in Oklahoma, e cercò in qualche modo di avvicinarsi al modo di vivere dei 'bianchi': col tempo divenne famoso, partecipando a fiere, vendendo foto e oggetti personali: non rivide mai più la sua terra, nonostante le promesse fatte dal governo. Riuscì a dettare a un interprete nativo, S.M. Barret, la sua autobiografia Geronimo: his own story.
A causa di una caduta da cavallo, rimase all'addiaccio e fu trovato solo il giorno seguente. Due giorni dopo morì di polmonite a Fort Sill il 17 febbraio 1909. Le sue ultime parole furono dette a suo nipote: "Non avrei mai dovuto arrendermi, avrei dovuto combattere fino a quando non fossi rimasto l'ultimo uomo vivo".
Secondo una leggenda metropolitana, le sue spoglie state trafugate nel 1918 da un gruppo di studenti universitari di Yale della setta segreta Skull and Bones: tra questi figurerebbe Prescott Bush, ovvero il padre, e nonno, di due presidenti degli Stati Uniti, George H. W. Bush, presidente dal 1989 al 1993, e George W. Bush eletto per due mandati consecutivi a partire dal 2001. Si vocifera che il teschio sarebbe stato conservato in una teca di vetro e utilizzato durante il rito di iniziazione, ma di questo non vi è certezza.
Oggi Geronimo riposa nel Beef Creek Apache Cemetery a Lawton, Oklahoma.
Nacque nel gruppo tribale dei Bedonkohe Ndendahe, che era stanziato vicino al fiume Gila. Divenne sciamano e guerriero: per generazioni gli Apache hanno resistito alla colonizzazione della loro terra nel sud-ovest dagli spagnoli e dai bianchi del nord America e lui continuò la triste tradizione degli antenati fin da quando venne ammesso nel consiglio dei guerrieri nel 1846; combatté frequentemente contro le truppe messicane, che gli sterminarono la famiglia nel 1858. Fu soprannominato dal suo popolo "il Sognatore" perché asseriva di essere in grado di vedere il futuro; effettivamente, Geronimo fu, insieme al Cibecue Coyotero Nakai-doklini, il diyin (termine che indicava una persona 'sacra', quasi soprannaturale) più stimato nella seconda metà del secolo XIX. I suoi avversari messicani gli diedero invece il soprannome di "Geronimo", un nome di origine greca in uso anche in lingua spagnola e lingua italiana.
Nel 1874 circa 4.000 Apache vennero dislocati forzatamente dalle autorità statunitensi in una riserva nell'Arizona centrale, a San Carlos, una terra arida e desolata, dove si stentava a vivere. Privati dei tradizionali diritti tribali, con poco cibo a disposizione e nostalgia di casa, si rivolsero a Geronimo e ad altri capi che li guidarono nelle depredazioni: iniziò un periodo di spargimenti di sangue che contribuirono a creare terrore e una cattiva reputazione dei pellerossa, che agivano spinti dalla fame.
Le forze di Geronimo divennero l'ultimo grande gruppo di combattimento di nativi americani che si rifiutò di riconoscere il governo degli Stati Uniti sul territorio. Questa lotta giunse a termine il 4 settembre 1886, quando Geronimo si arrese al tenente Charles B. Gatewood (che aveva conquistato il suo rispetto anni prima): a Cañón de Los Embudos a Sonora. Vicino al confine, tuttavia, temendo che lui e i suoi uomini sarebbero stati assassinati non appena entrati nel territorio degli Stati Uniti, il piccolo gruppo fuggì. Dopo cinque mesi di inseguimenti e l'impiego di oltre 5000 soldati, il condottiero venne rintracciato nelle montagne di Sonora e gli venne fatta la proposta dal generale Nelson Miles dell'esercito statunitense a Skeleton Canyon: un esilio indefinito in Florida e poi il ritorno in Arizona. Invece tutti i pellerossa catturati furono mandati ai lavori forzati a a Fort Pickens, in Florida. Nel 1894 venne trasferito a Fort Sill, in Oklahoma, e cercò in qualche modo di avvicinarsi al modo di vivere dei 'bianchi': col tempo divenne famoso, partecipando a fiere, vendendo foto e oggetti personali: non rivide mai più la sua terra, nonostante le promesse fatte dal governo. Riuscì a dettare a un interprete nativo, S.M. Barret, la sua autobiografia Geronimo: his own story.
A causa di una caduta da cavallo, rimase all'addiaccio e fu trovato solo il giorno seguente. Due giorni dopo morì di polmonite a Fort Sill il 17 febbraio 1909. Le sue ultime parole furono dette a suo nipote: "Non avrei mai dovuto arrendermi, avrei dovuto combattere fino a quando non fossi rimasto l'ultimo uomo vivo".
Secondo una leggenda metropolitana, le sue spoglie state trafugate nel 1918 da un gruppo di studenti universitari di Yale della setta segreta Skull and Bones: tra questi figurerebbe Prescott Bush, ovvero il padre, e nonno, di due presidenti degli Stati Uniti, George H. W. Bush, presidente dal 1989 al 1993, e George W. Bush eletto per due mandati consecutivi a partire dal 2001. Si vocifera che il teschio sarebbe stato conservato in una teca di vetro e utilizzato durante il rito di iniziazione, ma di questo non vi è certezza.
Oggi Geronimo riposa nel Beef Creek Apache Cemetery a Lawton, Oklahoma.
Frasi di Geronimo
Abbiamo un totale di 6 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Il sole, il buio, il vento stanno ascoltando che cosa abbiamo da dire.
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