Biografia di Fénelon
Nazione: Francia
François de Salignac de La Mothe-Fénelon nacque a Château de Fénelon (Sainte-Mondane), Francia il 6 agosto 1651 e morì a Cambrai, Francia il 7 gennaio 1715. Fu arcivescovo cattolico, teologo e pedagogo.
Proveniente da una famiglia nobile, Fénelon ricevette un'educazione di alto livello e si dedicò alla carriera ecclesiastica, venendo ordinato sacerdote nel 1675.
Inizialmente, Fénelon nutriva il desiderio di diventare missionario, ma presto si rese conto delle necessità religiose e sociali in patria. Nel 1679, fu nominato direttore delle Nouvelles Catholiques, una comunità dedicata alla conversione delle donne protestanti. Questo incarico segnò l'inizio della sua attività pastorale e sociale in un periodo in cui i giansenisti e gli ugonotti subivano persecuzioni.
Nel 1689, grazie all'influenza del duca di Beauvilliers, divenne precettore del duca di Borgogna, nipote del re Luigi XIV. Durante questo periodo, Fénelon cercò di educare il giovane principe ai principi morali e politici, sperando di influenzare le future decisioni del sovrano.
Fénelon è noto per diverse opere significative che trattano temi religiosi, pedagogici e politici. Tra le sue opere più importanti ci sono L'educazione delle fanciulle (1687), un'opera pedagogica che espone le sue idee sull'educazione femminile e Dialoghi dei morti, in cui viene utilizzata la forma dialogica per discutere questioni morali e filosofiche.
Nel 1695, fu nominato arcivescovo di Cambrai. Poco tempo dopo si trovò coinvolto in una controversia con Jacques-Bénigne Bossuet. Nella sua opera Explication des maximes des saints (1697), che fu condannata dalla Chiesa, Fénelon enfatizzava l'abbandono totale a Dio e la ricerca di una comunione interiore con lui, mentre Bossuet considerava questa tesi, chiamata quietismo, come un'eresia. Ne conseguì la caduta in disgrazia presso la corte. Fu esiliato dalla sua diocesi, ma continuò a prendersene cura e perseverò nella conversione pacifica dei giansenisti.
Nel 1699 pubblicò Le avventure di Telemaco, un romanzo che funge da allegoria politica e morale, criticando la monarchia assoluta di Luigi XIV e sostenendo l'idea della fraternità tra le nazioni.
Sebbene non siano tra le sue opere più celebri, scrisse anche Favole, dichiaratamente destinate agli infanti. Fénelon credeva che l'educazione dovesse stimolare la curiosità dei bambini. Le sue favole, ricche di elementi fantastici e situazioni intriganti, incoraggiano i giovani lettori a esplorare la loro immaginazione. Fénelon sosteneva che il racconto piacevole fosse un mezzo efficace per coinvolgere i fanciulli nell'apprendimento, permettendo loro di assimilare concetti complessi senza sentirsi oppressi. Ciò lo rese un pedagogo capace di farsi promotore di ideali educativi innovativi.
Proveniente da una famiglia nobile, Fénelon ricevette un'educazione di alto livello e si dedicò alla carriera ecclesiastica, venendo ordinato sacerdote nel 1675.
Inizialmente, Fénelon nutriva il desiderio di diventare missionario, ma presto si rese conto delle necessità religiose e sociali in patria. Nel 1679, fu nominato direttore delle Nouvelles Catholiques, una comunità dedicata alla conversione delle donne protestanti. Questo incarico segnò l'inizio della sua attività pastorale e sociale in un periodo in cui i giansenisti e gli ugonotti subivano persecuzioni.
Nel 1689, grazie all'influenza del duca di Beauvilliers, divenne precettore del duca di Borgogna, nipote del re Luigi XIV. Durante questo periodo, Fénelon cercò di educare il giovane principe ai principi morali e politici, sperando di influenzare le future decisioni del sovrano.
Fénelon è noto per diverse opere significative che trattano temi religiosi, pedagogici e politici. Tra le sue opere più importanti ci sono L'educazione delle fanciulle (1687), un'opera pedagogica che espone le sue idee sull'educazione femminile e Dialoghi dei morti, in cui viene utilizzata la forma dialogica per discutere questioni morali e filosofiche.
Nel 1695, fu nominato arcivescovo di Cambrai. Poco tempo dopo si trovò coinvolto in una controversia con Jacques-Bénigne Bossuet. Nella sua opera Explication des maximes des saints (1697), che fu condannata dalla Chiesa, Fénelon enfatizzava l'abbandono totale a Dio e la ricerca di una comunione interiore con lui, mentre Bossuet considerava questa tesi, chiamata quietismo, come un'eresia. Ne conseguì la caduta in disgrazia presso la corte. Fu esiliato dalla sua diocesi, ma continuò a prendersene cura e perseverò nella conversione pacifica dei giansenisti.
Nel 1699 pubblicò Le avventure di Telemaco, un romanzo che funge da allegoria politica e morale, criticando la monarchia assoluta di Luigi XIV e sostenendo l'idea della fraternità tra le nazioni.
Sebbene non siano tra le sue opere più celebri, scrisse anche Favole, dichiaratamente destinate agli infanti. Fénelon credeva che l'educazione dovesse stimolare la curiosità dei bambini. Le sue favole, ricche di elementi fantastici e situazioni intriganti, incoraggiano i giovani lettori a esplorare la loro immaginazione. Fénelon sosteneva che il racconto piacevole fosse un mezzo efficace per coinvolgere i fanciulli nell'apprendimento, permettendo loro di assimilare concetti complessi senza sentirsi oppressi. Ciò lo rese un pedagogo capace di farsi promotore di ideali educativi innovativi.
Frasi di Fénelon
Abbiamo un totale di 6 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Spesso è una grande vittoria saper perdere in buon punto.
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