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...ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de' vini
l'anime a rallegrar!
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Or freddo, assiduo, del pensiero il tarlo
mi trafora il cervello, ond'io dolente
misere cose scrivo e tristi parlo.
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Esce la poesia,
o piccola Maria,
quando malinconia
batte del cor la porta.
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Muor Giove, e l'inno del poesta resta.
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Il poeta è un grande artiere,
che al mestiere
fece i muscoli d'acciaio:
capo ha fier, collo robusto,
nudo il busto,
duro il braccio, e l'occhio gaio.
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Per sé il pover manuale
fa uno strale
d'oro, e il lancia contro 'l sole:
guarda come in alto ascenda
e risplenda,
guarda e gode, e più non vuole.
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Io sacerdote de l'augusto vero,
vate de l'avvenire.
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L'ora presente è in vano, non fa che percuotere e fugge;
sol nel passato è il bello, sol ne la morte è il vero.
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Ave, o rima! Con bell'arte
su le carte
te persegue il trovatore;
ma tu brilli, tu scintilli,
tu zampilli
su del popolo dal cuore.
Ave, o bella imperatrice,
o felice
del latin metro reina!
Un ribelle ti saluta
combattuta,
e a te libero s'inchina.
Cura e onor de' padri miei,
tu mi sei
come lor sacra e diletta.
Ave, o rima: e dammi un fiore
per l'amore,
e per l'odio una saetta.