Biografia di Chandra Livia Candiani
Nazione: Italia
Chandra Livia Candiani è nata a Milano nel 1952. È poetessa e maestra di meditazione.
Ultima di quattro figli, due sorelle e un fratello, venne alla luce in una famiglia di origini russe, dove erano presenti persone mentalmente instabili o alcolizzate; conobbe molto presto la morte a causa del decesso di suo padre quando aveva solo dieci anni: questo influenzò profondamente la sua arte, che indaga la morte come mistero, sparizione, ma anche come domanda relativa alla radice del dolore.
Dopo gli studi superiori si iscrisse alla facoltà di Filosofia, ma dovendo anche lavorare, lasciò infine gli studi. Alla soglia dei trent'anni fece un viaggio in India: nel 1986 incontrò per la prima volta la meditazione Vipassana; buddhismo e meditazione la trasformarono. Grazie al suo primo Maestro, Rajneesh, nel 1986 assunse il nome di Chandra, che in sanscrito significa 'luna', e da quel momento la sua vita e la sua poesia furono per sempre plasmate da quell'esperienza: grazie alla pratica meditativa, trasformò in pratica di analisi anche la poesia, che entra in stretta connessione con la meditazione unendo spiritualità e arte tornando all'origine stretta del termine poiesis (che in greco significa 'fare' in senso artistico e religioso) nell'accezione del 'portare alla luce' o 'creare'.
Ritornata in Europa nell'estate del 1992, cominciò a partecipare a diversi ritiri, anche in Svizzera e Inghilterra, oltre che in Italia.
Nel 1998 si recò in America, nel Massachussets, per un ritiro di tre mesi che la trasformò radicalmente, facendola rinascere a nuova vita. Nel 2002 tradusse un libro di Ajahn Munindo, abate del monastero Ratanagiri in Northumberland, dove ancora oggi va almeno una volta all'anno.
Tutte le sue opere trasudano la necessità di comprendere la profondità e la bellezza del cosmo, da cui tutto e tutti sono intrisi.
In un periodo precedente della sua vita, Livia scrisse anche le Poesie mestruali, inserite in una raccolta intitolata Poesia femminista italiana del 1978, oggi praticamente introvabile.
Questa sua indole, che potremmo definire rivoluzionaria, la vide anche impegnata, oltre che nella traduzione di testi buddisti, nell'insegnamento della meditazione e nella attività di diffusione della poesia per i bambini delle scuole della periferia milanese.
Ha scritto diversi libri, tra i quali ricordiamo Il silenzio è cosa viva e una raccolta di poesie intitolata Vista dalla Luna.
Ultima di quattro figli, due sorelle e un fratello, venne alla luce in una famiglia di origini russe, dove erano presenti persone mentalmente instabili o alcolizzate; conobbe molto presto la morte a causa del decesso di suo padre quando aveva solo dieci anni: questo influenzò profondamente la sua arte, che indaga la morte come mistero, sparizione, ma anche come domanda relativa alla radice del dolore.
Dopo gli studi superiori si iscrisse alla facoltà di Filosofia, ma dovendo anche lavorare, lasciò infine gli studi. Alla soglia dei trent'anni fece un viaggio in India: nel 1986 incontrò per la prima volta la meditazione Vipassana; buddhismo e meditazione la trasformarono. Grazie al suo primo Maestro, Rajneesh, nel 1986 assunse il nome di Chandra, che in sanscrito significa 'luna', e da quel momento la sua vita e la sua poesia furono per sempre plasmate da quell'esperienza: grazie alla pratica meditativa, trasformò in pratica di analisi anche la poesia, che entra in stretta connessione con la meditazione unendo spiritualità e arte tornando all'origine stretta del termine poiesis (che in greco significa 'fare' in senso artistico e religioso) nell'accezione del 'portare alla luce' o 'creare'.
Ritornata in Europa nell'estate del 1992, cominciò a partecipare a diversi ritiri, anche in Svizzera e Inghilterra, oltre che in Italia.
Nel 1998 si recò in America, nel Massachussets, per un ritiro di tre mesi che la trasformò radicalmente, facendola rinascere a nuova vita. Nel 2002 tradusse un libro di Ajahn Munindo, abate del monastero Ratanagiri in Northumberland, dove ancora oggi va almeno una volta all'anno.
Tutte le sue opere trasudano la necessità di comprendere la profondità e la bellezza del cosmo, da cui tutto e tutti sono intrisi.
In un periodo precedente della sua vita, Livia scrisse anche le Poesie mestruali, inserite in una raccolta intitolata Poesia femminista italiana del 1978, oggi praticamente introvabile.
Questa sua indole, che potremmo definire rivoluzionaria, la vide anche impegnata, oltre che nella traduzione di testi buddisti, nell'insegnamento della meditazione e nella attività di diffusione della poesia per i bambini delle scuole della periferia milanese.
Ha scritto diversi libri, tra i quali ricordiamo Il silenzio è cosa viva e una raccolta di poesie intitolata Vista dalla Luna.
Frasi di Chandra Livia Candiani
Abbiamo un totale di 6 frasi.
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
Leggi le frasi di Chandra Livia Candiani
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
Soli e improvvisati
abbandonati e senza senso
si sta, frastornati
e vuoti. Si sta.
abbandonati e senza senso
si sta, frastornati
e vuoti. Si sta.
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