Biografia di Paolo Borsellino
Nazione: Italia
Paolo Emanuele Borsellino nacque a Palermo il 19 gennaio 1940 e morì sempre a Palermo il 19 luglio 1992. Fu un magistrato.
Nato a Palermo nel quartiere popolare della Kalsa, conobbe il suo inseparabile amico Giovani Falcone durante una partita di calcio del rione.
Dopo le scuole medie e superiori, nel 1958 si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Palermo. Si laureò col massimo dei voti nel 1962 ma purtroppo suo padre morì pochi giorni dopo. Rimasto l'unico sostentamento della famiglia, venne esonerato dal servizio militare e riuscì a mentenere viva la farmacia del padre fino a quando sua sorella Rita non si laureò in farmacia.
Nel 1963 partecipò ad un concorso per entrare in magistratura e diventò così il magistrato più giovane d'Italia. Si sposò nel 1968 con la figlia del presidente del tribunale di Palermo, dalla quale ebbe tre figli. Nel 1969 divenne pretore di Monreale e lavorò a stretto contatto con il capitano dei Carabinieri Emanuele Basile.
Nel 1975 venne trasferito al tribunale di Palermo dove, qualche anno dopo, rilevò l'indagine precedentemente condotta dal commissario Boris Guiliano, ucciso nel luglio del 1979. Nel frattempo il nuovo capo dell'Ufficio Istruzione era diventato Rocco Chinnici e tra i due si consolidò un rapporto strettissimo. Nel frattempo, nel 1980, il capitano Basile venne assassinato. I colpevoli vennero individuati ma non di potè procedere con il processo per una perizia mancante. I tre imputati furono assolti per insufficienza di prove e sparirono dalla circolazione. Solo anni dopo, nel 1992 si riuscì a inchiodarli e venne condannato l'unico ancora vivo.
Dopo l'omicidio di Basile, Chinnici fondò il "pool antimafia", all'interno del quale i vari giudici potevano scanmbiarsi informazioni relative ai punti in cui le varie inchieste personali si sovrapponevano, rendendo di fatto più efficace qualsiasi indagine sui clan mafiosi. E in effetti le indagini divennero così efficienti che Borsellino e Falcone vennero trasferiti con le famiglie nel carcere dell'Asinara perché potessero stilare un'ordinanza, che si rivelò essere di 8000 pagine, che accusava quasi 500 indagati. Ne seguì il famigerato maxi-processo di Palermo che portò alla condanna di 342 malviventi. Quello che forse è meno noto è che il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria chiese a Falcone e Borsellino un risarcimento per il periodo trascorso all'Asinara (lasciamo al lettore ogni commento in merito).
Le indagini di Borsellino continuarono per anni, portando Cosa Nostra a progettare diversi attentati alla vita del magistrato. Il 23 maggio 1992, ebbe luogo l'attentato al giudice Falcone, la cosiddetta strage di Capaci. In quel periodo Borsellino stava lavorando sui legami tra Cosa Nostra e l'ambiente industriale milanese e ne parlò in un'intervista a due giornalisti di Canal+ ma a quanto pare qualcuno aveva interesse che tale intervista non venisse mai trasmessa in Italia.
Solo 57 giorni dopo la strage di Capaci, mentre Borsellino si recava a casa della madre, una macchina imbottita di tritolo lo uccise inseme a quasi tutti i membri della sua scorta.
Nato a Palermo nel quartiere popolare della Kalsa, conobbe il suo inseparabile amico Giovani Falcone durante una partita di calcio del rione.
Dopo le scuole medie e superiori, nel 1958 si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Palermo. Si laureò col massimo dei voti nel 1962 ma purtroppo suo padre morì pochi giorni dopo. Rimasto l'unico sostentamento della famiglia, venne esonerato dal servizio militare e riuscì a mentenere viva la farmacia del padre fino a quando sua sorella Rita non si laureò in farmacia.
Nel 1963 partecipò ad un concorso per entrare in magistratura e diventò così il magistrato più giovane d'Italia. Si sposò nel 1968 con la figlia del presidente del tribunale di Palermo, dalla quale ebbe tre figli. Nel 1969 divenne pretore di Monreale e lavorò a stretto contatto con il capitano dei Carabinieri Emanuele Basile.
Nel 1975 venne trasferito al tribunale di Palermo dove, qualche anno dopo, rilevò l'indagine precedentemente condotta dal commissario Boris Guiliano, ucciso nel luglio del 1979. Nel frattempo il nuovo capo dell'Ufficio Istruzione era diventato Rocco Chinnici e tra i due si consolidò un rapporto strettissimo. Nel frattempo, nel 1980, il capitano Basile venne assassinato. I colpevoli vennero individuati ma non di potè procedere con il processo per una perizia mancante. I tre imputati furono assolti per insufficienza di prove e sparirono dalla circolazione. Solo anni dopo, nel 1992 si riuscì a inchiodarli e venne condannato l'unico ancora vivo.
Dopo l'omicidio di Basile, Chinnici fondò il "pool antimafia", all'interno del quale i vari giudici potevano scanmbiarsi informazioni relative ai punti in cui le varie inchieste personali si sovrapponevano, rendendo di fatto più efficace qualsiasi indagine sui clan mafiosi. E in effetti le indagini divennero così efficienti che Borsellino e Falcone vennero trasferiti con le famiglie nel carcere dell'Asinara perché potessero stilare un'ordinanza, che si rivelò essere di 8000 pagine, che accusava quasi 500 indagati. Ne seguì il famigerato maxi-processo di Palermo che portò alla condanna di 342 malviventi. Quello che forse è meno noto è che il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria chiese a Falcone e Borsellino un risarcimento per il periodo trascorso all'Asinara (lasciamo al lettore ogni commento in merito).
Le indagini di Borsellino continuarono per anni, portando Cosa Nostra a progettare diversi attentati alla vita del magistrato. Il 23 maggio 1992, ebbe luogo l'attentato al giudice Falcone, la cosiddetta strage di Capaci. In quel periodo Borsellino stava lavorando sui legami tra Cosa Nostra e l'ambiente industriale milanese e ne parlò in un'intervista a due giornalisti di Canal+ ma a quanto pare qualcuno aveva interesse che tale intervista non venisse mai trasmessa in Italia.
Solo 57 giorni dopo la strage di Capaci, mentre Borsellino si recava a casa della madre, una macchina imbottita di tritolo lo uccise inseme a quasi tutti i membri della sua scorta.
Frasi di Paolo Borsellino
Abbiamo un totale di 7 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo.
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