Biografia di Gesualdo Bufalino
Nazione: Italia
Gesualdo Bufalino nacque a Comiso (RG), il 15 novembre 1920 e morì a Vittoria (RG) il 14 giugno 1996. Fu poeta, scrittore e aforista.
Avido lettore fin dai tempi dell'infanzia, frequentò più tardi il liceo a Comiso e a Ragusa. Nel 1939 vinse il Premio letterario di prosa latina e venne ricevuto da Mussolini. Si iscrisse poi a Lettere e Filosofia a Catania, ma non potè finire gli studi perchè chiamato alle armi durante la seconda guerra mondiale. Venne fatto prigioniero dai tedeschi ma riuscì a fuggire. Nel 1944 si ammalò di tisi, dalla quale riuscì a guarire solo nel 1946 dopo diverse degenze in sanatorio.
Riprese gli studi e si laureò a Palermo, dopodichè pubblicò alcune liriche e prose su due periodici lombardi oltre a collaborare con delle poesie ad un programma della RAI nel 1956. Iniziò la stesura di un romanzo, ma poi lo abbandonò per la poesia, per poi abbandonare la scrittura dedicandosi all'insegnamento all'Istituto Magistrale di Vittoria (RG), non lontano da Comiso.
Nel 1978 l'editrice Sellerio pubblicò un libro di fotografie corredato da una lunga introduzione scritta da Bufalino. Leonardo Sciascia ed Elvira Sellerio furono colpiti dallo stile di Bufalino e gli chiesero se per caso non avesse un romanzo da pubblicare. All'inizio egli negò ma poi dovette ammettere che esisteva un romanzo, iniziato negli anni '50, poi abbandonato e successivamente ripreso nel 1971, dal titolo Diceria dell'untore. Venne pubblicato nel 1981, vinse il premio Campiello, ed ebbe talmente tanto successo che ne scoppiò un "caso". Poco dopo ne venne tratto un film con Remo Girone, Franco Nero e Vanessa Redgrave, che alimentò ulteriormente la sua notorietà. A quel punto Bufalino cominciò a scrivere freneticamente, spaziando dalla poesia, alla prosa, alla narrativa. Tra le sue opere ricordiamo Le menzogne della notte, del 1988, col quale vinse il premio Strega.
Nel giugno del 1996, mentre tornava dalla moglie in auto con un amico, morì in un incidente stradale e fu sepolto nel cimitero di Comiso, suo paese natale.
Avido lettore fin dai tempi dell'infanzia, frequentò più tardi il liceo a Comiso e a Ragusa. Nel 1939 vinse il Premio letterario di prosa latina e venne ricevuto da Mussolini. Si iscrisse poi a Lettere e Filosofia a Catania, ma non potè finire gli studi perchè chiamato alle armi durante la seconda guerra mondiale. Venne fatto prigioniero dai tedeschi ma riuscì a fuggire. Nel 1944 si ammalò di tisi, dalla quale riuscì a guarire solo nel 1946 dopo diverse degenze in sanatorio.
Riprese gli studi e si laureò a Palermo, dopodichè pubblicò alcune liriche e prose su due periodici lombardi oltre a collaborare con delle poesie ad un programma della RAI nel 1956. Iniziò la stesura di un romanzo, ma poi lo abbandonò per la poesia, per poi abbandonare la scrittura dedicandosi all'insegnamento all'Istituto Magistrale di Vittoria (RG), non lontano da Comiso.
Nel 1978 l'editrice Sellerio pubblicò un libro di fotografie corredato da una lunga introduzione scritta da Bufalino. Leonardo Sciascia ed Elvira Sellerio furono colpiti dallo stile di Bufalino e gli chiesero se per caso non avesse un romanzo da pubblicare. All'inizio egli negò ma poi dovette ammettere che esisteva un romanzo, iniziato negli anni '50, poi abbandonato e successivamente ripreso nel 1971, dal titolo Diceria dell'untore. Venne pubblicato nel 1981, vinse il premio Campiello, ed ebbe talmente tanto successo che ne scoppiò un "caso". Poco dopo ne venne tratto un film con Remo Girone, Franco Nero e Vanessa Redgrave, che alimentò ulteriormente la sua notorietà. A quel punto Bufalino cominciò a scrivere freneticamente, spaziando dalla poesia, alla prosa, alla narrativa. Tra le sue opere ricordiamo Le menzogne della notte, del 1988, col quale vinse il premio Strega.
Nel giugno del 1996, mentre tornava dalla moglie in auto con un amico, morì in un incidente stradale e fu sepolto nel cimitero di Comiso, suo paese natale.
Frasi di Gesualdo Bufalino
Abbiamo un totale di 8 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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È più facile amare gli altri che sé.
Degli altri si conosce il meglio.
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